IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Federico Ricci ed Edin Dzeko, il piccolo e il grande del ritiro di Pinzolo, che oggi chiude con l'amichevole (non ci saranno Vainqueur, Alisson e Gerson, partiti prima - ufficialmente - per questioni personali e burocratiche legate al visto) contro i ceceni del Terek Grozny (ore 17, diretta Roma tv). Federico e Edin stanno conquistando Luciano Spalletti. Uno, il piccolo, viene da una grande stagione al Crotone, 11 gol; l'altro, il grande, da un'annata così e così nella Roma, portando a casa 8 reti e molte ombre. Fede e Edin sono tra i protagonisti di questi otto giorni di allenamenti in Val Rendena, non soltanto in termini di reti (quattro Dzeko e due Ricci nell'amichevole con il Pinzolo più le prodezze varie nelle partitelle quotidiane, non ultima quella di ieri pomeriggio) quanto per il modo di calarsi nel lavoro ordinato da Spalletti. Entrambi sono a buon punto per conquistarsi il futuro nella Roma. In un'intervista a Roma tv, il bosniaco ha mostrato tutto il suo entusiasmo. «Un bomber deve fare gol, se non li fa diventa difficile. Ma io ho trenta anni, so che certi periodi sono normali. Cos'è il gol per me? È tutto. Ora diventa fondamentale è passare il preliminare di Champions League». Manolas è nervoso (per il rinnovo) e questo va bene, poi se davanti si trova un armadio come Strootman perde la testa. I due, durante la partitella, si sono continuamente pizzicati. Marcature strette, battibecchi, con Kostas che, secondo Kevin, entrava con troppa irruenza. Manolas si fa male e Strootman lo invita a uscire. Cose di campo, magari quasi al limite. Sugli spalti uno striscione contro la divisione della Sud. «Cor core acceso da na passione: contro multe, barriere e repressione».