"Tutte le finali che abbiamo fatto le abbiamo sofferte tantissimo e anche questa porta con sé una una gioia particolare, diciamo pure che è stata epica. C’era sfuggita la Youth League, mentre la Coppa Italia non eravamo riusciti a giocarla al meglio, meritavano qualcosa di speciale perché questo è un biennio di grande qualità, non si batte per caso una squadra forte come la Juventus». Queste le prime parole di Alberto De Rossi da campione d'Italia. L’ottavo tricolore nella storia della Primavera giallorossa è l’emblema di un lavoro di qualità portato avanti negli anni. La Roma ha trionfato sotto gli occhi attenti del d.g. Baldissoni, dell’anima storica Bruno Conti e del tecnico Luciano Spalletti. «C’è grande feeling con lui e sceglierà in maniera autonoma chi portare in prima squadra, è un allenatore che viene dal settore giovanile e ha un occhio particolare».
De Rossi poi parla anche di Ponce, miglior giocatore del torneo: «È un giocatore forte, ma dopo aver celebrato questa festa dobbiamo subito trovare altri giocatori. Io tagliato per il settore giovanile? Penso proprio di sì. Non sarei all’altezza dei grandi: ho dato tutta la mia vita al settore giovanile. Più passano gli anni e più mi sento a mio agio».
Fra i protagonisti anche Christian D’Urso: «Vorrei parlare della squadra, siamo partiti da lontano e siamo arrivati fin qui. Un successo di tutti. De Rossi? Grande persona e grande allenatore, ci ha dato calma e nel momento del bisogno ci ha in coraggiati. un maestro. Lo scudetto è suo ma anche nostro: dal dischetto ci siamo allenati tanto, non potevamo sbagliare».
(gasport)