IL TEMPO (E. MENGHI) - È tris scudetto per la Primavera da quando ad allenarla è De Rossi senior, l’ottavo tricolore della storia arriva col brivido ai rigori. Mancava dal 2011 e il testimone passa da Florenzi a Ponce, che dopo aver superato il grave infortunio al ginocchio si è fatto carico di una squadra sprovvista in finale dei due bomber Sadiq e Tumminello, entrambi squalificati, e ci ha pensato lui a segnare alla Juventus la rete della speranza nel secondo tempo e il primo rigore della lotteria finale (14 penalty in tutto). Un segno sullo scudetto, che poi è di tutti, perché dietro l’argentino si è vista una formazione di combattenti dai piedi buoni, capace di reagire al gol incassato nel primo tempo e di restare fredda fino all’ultimo. Vince il veterano, non l’emergente Grosso, che dovrà accontentarsi del successo nel Viareggio, l’unico titolo che ancora manca a De Rossi.
E' il «vecchio» che avanza (con un contratto fino al 2018 nel cassetto), al cospetto di mezza società: in tribuna al Mapei Stadium di Reggio Emilia erano presenti ii dg Baldissoni, Bruno Conti, Spalletti e i suoi collaboratori Andreazzoli e Beccaccioli, ma anche Alessandro Pane, che potrebbe presto completare lo staff tecnico di Trigoria. La prima occasione della partita capita sui piedi di Ponce, che stoppa e tira ma trova solo il corner dopo la deviazione del portiere Audero. Accade al 10', poi non si vede più nulla di interessante in zona gol fino al 35', quando Di Livio fuori posizione commette un'ingenuità e atterra in area Lirola: è calcio di rigore, Kastanos lo trasforma con un mancino non troppo angolato ma potente. E 1-0 per i bianconeri al Mapei Stadium e la baby Roma accusa il colpo. Tanto da rischiare il tracollo negli attimi precedenti l'intervallo: Zappa con il destro centra la traversa.
Raddoppio sfiorato, pareggio incassato: il secondo tempo è iniziato da poco più di un minuto e, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, spunta Ponce, che si sistema il pallone col petto e poi scarica un sinistro micidiale all'angolino. La Juventus protesta per un tocco di mano dell'argentino, ma per l'arbitro non c'e niente e convalida l'1-1. Al 76' Crisanto para su Lirola, che prova un rasoterra sul primo palo. Ancora Lirola, stavolta affonda da destra e mette dentro un bel cross basso su cui non arriva il portiere giallorosso, Pozzebon si ma commettendo fallo: gioco fermato, chance sprecata a porta spalancata. All'89' l'occasione clamorosa per la Roma, Ponce ispira Spinozzi appena entrato, il suo colpo di testa è vincente, ma l'arbitro annulla la rete per fuorigioco inesistente. C'era Zappa a tenerlo in gioco. La svista significa supplementari. Poche emozioni (solo il piattone di Di Livio, alto) e ritmi blandi nell'extra-time, sono ancora i rigori, come in semifinale contro l'Inter (e come nelle ultime tre finali scudetto), a decretare il vincitore. Ed è sempre la Roma, pure stavolta grazie ad una parata di Crisanto, che dice no ad un insicuro Vadalà e poi, dopo l'errore di Marchizza, anche a Favilli. Grossi, entrato al 120' proprio per i rigori, non delude e firma la vittoria.
Pallotta si congratula con un tweet, De Rossi esulta: «Io ho messo la mia percentuale di capogruppo e le mie conoscenze, ormai è diventata una prima squadra a tutti gli effetti. Continueremo a fare questo e a tirar fuori giocatori per Spalletti». Di talento ce n'e davvero tanto.