IL TEMPO (A. AUSTINI) - Non hanno alcuna intenzione di mollare. Totti e la Roma, che per mesi sembravano due entità separate, tengono vive le rispettive speranze e adesso spingono nella stessa direzione. Almeno sul campo. I gol, la classe e la rabbia del capitano a servizio della squadra per tenere aperto lo spiraglio che porta diretti in Champions League.
I giallorossi vincono a Genova una partita che a un certo punto sembrava persa, il Napoli subito dopo fa il suo dovere con l’Atalanta grazie al solito Higuain e si riporta avanti di due punti ma domenica a Torino non potrà scherzare. E una bella fetta di merito, come ormai consuetudine nelle ultime gare, se la prende il capitano immortale. Entra, segna una splendida punizione, lotta su ogni pallone con una forza che ha trovato chissà dove. Pazienza se su quella faccia un po’ «musona» ci sia dipinto lo strappo non ancora ricucito con la società.
FINALMENTE STROOTMAN Come promesso alla vigilia, nella formazione iniziale di Marassi Spalletti inserisce Strootman. Non era affatto scontato che l’olandese, dopo tre operazioni e due anni abbondanti di semi-inattività, potesse giocare per intero la sua prima vera partita da giocatore guarito. Si prende i primi minuti per testare la tenuta, ma poi inizia a fare lo Strootman vero, con quel pizzico di inevitabile lentezza sui cambi di direzione che passerà col tempo. Non vince tutti i contrasti ma ci va sempre deciso, gioca semplice, pulito, con tocchi illuminanti e un paio di inserimenti da cui poteva nascere anche il gol. Alla Roma va benissimo così: oltre i tre punti da Genova riporta una notizia fantastica in chiave futura.
SENZA DIFESE La partita di Marassi è la classica di fine stagione, giocata con l’animo libero da entrambe le squadre: il Genoa perché non ha più nulla da chiedere alla classifica ed è proiettata al derby, la Roma ormai certa del terzo posto grazie al successo di domenica della Lazio sull’Inter. L’approccio dei giallorossi è molle, subito un paio di palloni nell’area fanno tremare la difesa «impappinata». Ma dall’altra parte la retroguardia di Gasperini non è messa meglio. El Shaarawy ci prova con un tiro dei suoi, sfiorando il palo, ed è la molla per il vantaggio: grande «break» di Nainggolan sulla trequarti, scambio stretto fra i tre uomini del tridente leggero con la rifinitura di Perotti e la finalizzazione di Salah. Subito dopo il Ninja fallisce il raddoppio su assist di De Rossi e arriva la «punizione» con l’ennesimo ex a segno contro i giallorossi: Tachtsidis. Ad El Shaarawy capitano altri tre palloni per riportare avanti i suoi ma due volte sbaglia la mira e poi trova una super Lamanna. Szczesny deve invece volare per negare il gol a Suso.
RIPRESA AL CARDIOPALMO Dopo dieci minuti del secondo tempo Spalletti ricorre all’«amuleto» Totti. Stavolta la prima conseguenza è il gol di Pavoletti che porta avanti il Genoa. Entra anche Dzeko per un Maicon in affanno e Rudiger va a fare il terzino. A quel punto Totti decide di prendersi la ribalta. Con una sassata su punizione pareggia, poi mette dentro tre-quattro palloni dei suoi. E all’87’ arriva il meritato gol dell’ex El Shaarawy su assist di Dzeko: positivo anche l’impatto del bosniaco. Terza partita di fila vinta all’ultimo assalto, ma solo grazie al miracolo di Szczesny in pieno recupero su Diego Capel. Le emozioni continuano.