LA REPUBBLICA (E. SISTI) - Tre pali e un gol di Salah, Totti e Perotti, l’intensità del secondo tempo non bastano. La Roma perde due punti che già pesano. Il Bologna se ne merita ampiamente uno dopo tre ko di fila. Ha giocato a viso aperto. In una giornata senza troppa luce la Roma consegna agli avversari il primo tempo dando di sé un’immagine confusa. Il Bologna non ha nulla da perdere e per questo non fa barricate.
La Roma sfonda quattro volte sugli esterni, poca roba. Dopo pochi secondi Mirante fa un miracolo su Iago Falque, poi Salah colpisce due pali. Non è una bella Roma, ma nemmeno fortunata. L’ubiquità di Perotti cozza con la nebbiosa impostazione dell’insieme, si sbagliano passaggi elementari e le sovrapposizioni sono rare oppure effettuate a ritmi da bossanova, tanto che Zuniga e Rizzo fanno un figurone nei raddoppi.
E a centrocampo meglio Diawara e Brighi di De Rossi e Falque. Il vero problema dei giallorossi è proprio lì, a centrocampo, dove l’assenza di Nainggolan, capace di forzature dinamiche che non figurano nel bagaglio di nessun altro centrocampista si somma ai limiti ormai cronici di De Rossi, che sbaglia quasi tutte le pur timide verticalizzazioni e all’impalpabilità di Falque intermedio. Con un atteggiamento coraggioso e lineare, il Bologna sfrutta alla perfezione il talento di Mirante e la Roma intorpidita.
Il gol di Rossettini (25’) premia il Bologna e mette il dito nei disagi giallorossi. Nella ripresa entra Totti. Non avrà tanti minuti nelle gambe ma di sicuro ha tutta Roma dalla sua parte. E cominciano a vedersi palloni giocabili rasoterra. C’è un clamoroso terzo palo di Salah. Il modulo è lo stesso, l’atteggiamento no. Ora la Roma è furente. Al 5’ la vera notizia: Salah non prende il palo. Lo serve Totti.
L’egiziano poco oltre la linea del fuorigioco pareggia e bacia l’erba. In pochi minuti si sprigiona un calore che è già il triplo di quello prodotto nel primo tempo. La Roma non dà l’idea di robustezza, ma non è il momento, conta l’animus. Mirante dice no anche a Totti (19’). I suoi “minuti” il capitano se li gioca con una mobilità entusiasta e rabbiosa. Calamita palloni, i suoi lo cercano, forse anche troppo, come quando Florenzi, in un cortocircuito temporale, tenta di lanciarlo sulla corsa.
Spalletti al tavolo verde punta tutto: “All in!”. Del resto la serata può girare solo con un gran piatto. Quindi entra anche Dzeko (e nessuno se ne accorgerà). In area bolognese arrivano decine di palloni ma spunta sempre un piede, anche storto, per respingere. Salah sfiora il 2-1 (38’). Il secondo tempo giallorosso corregge solo in parte il primo. Chi cerca il 2° posto deve imporsi con più continuità. Il prezzo pagato ai pali e alle incertezze è alto. Il Bologna riparte nel suo piccolo mondo. La Roma farà meglio a riflettere su quella prima parte concettualmente sbagliata, per il centrocampo schierato, per l’applicazione generale e per tutte quelle palle alte. E ora meglio pensare più all’Inter o al Napoli?