Spalletti s’è aggrappato a Francesco Totti: 45’, quasi due mesi dopo lo strappo di una domenica di febbraio. Così tanto, Totti non giocava da settembre. «Ma io gli voglio bene, lo tratto da calciatore vero», aveva detto il tecnico prima della partita. E da calciatore vero Totti è entrato. Un cenno d’intesa con Spalletti che gli ha ricordato la posizione di sempre, centravanti del 4-2-3-1. E poi non c’è niente da spiegare, niente da capire. Neppure 5’, lo spazio di un caffè con gli amici, e Totti ha già mandato in porta Salah per il pareggio.
Il romanticismo di una notte a metà come questa, sarà difficile da cancellare. Il cenno con Spalletti, l’ingresso in campo nel secondo tempo, è parso a un tratto come l’ingresso in campo di Aristoteles da parte di Oronzo Canà. Non è arrivato il successo come per quella Longobarda, non cambierà il destino di Totti. Però che bello. Però... «che bello il boato dell’Olimpico quando sono entrato», che poi è l’unica dichiarazione che ha rilasciato il capitano lasciando lo stadio sorridente.
(gasport)