IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Manca solo il pubblico all’Olimpico, meno di 30 mila spettatori e spesso silenziosi. Il resto no: gol, emozioni e colpi di scena nel derby che è ancora della Roma. Ma è il punteggio, 4 a 1, a lasciare il segno, perché conferma che questa Lazio, adesso 21 punti dietro, è chiaramente inferiore. Lotito, a fine pomeriggio, esonera Pioli, colpevole nella preparazione della gara più attesa (mai vinta) e in assoluto nella gestione del gruppo. Ma pure il presidente, svelto a lanciare Simone Inzaghi, è responsabile del fallimento (8° posto, a 7 punti dal 6° che porta in Europa League): non ha rinforzato, come avrebbe dovuto, la rosa dopo il 3° posto dell’anno scorso. Basta guardare la difesa schierata in quest’ultima partita per rendersi conto di come gli investimenti siano stati sballati.
PERCORSO DIVERSO - Proprio il contrario di quanto ha fatto Pallotta che, correggendo gli errori estivi, è intervenuto a gennaio con 3 innesti decisivi anche contro i biancocelesti: El Shaarawy e Perotti, entrambi a segno per aprire e chiudere il match, e Zukanovic, inserito per riequilibrare il sistema di gioco nell’unica fase di sbandamento. In più, sempre all’inizio del 2016, è stato chiamato Spalletti che, con 29 punti in 12 gare, ha riportato in alto i giallorossi. Solo la Juve, con 34 punti e grazie allo scontro diretto vinto di misura a Torino, va più forte nel ritorno. Ora il Napoli secondo è a 4 punti e il 25 aprile sarà all’Olimpico per lo spareggio che serve a evitare i fastidiosi preliminari della prossima Champions e garantisce più autonomia sul mercato. Il 3° posto, a 7 tappe dal traguardo, è ormai al sicuro: la Fiorentina quarta è scivolata a meno 7 punti.
GESTIONE DA BIG - La Roma, nel primo tempo, chiarisce quanto sia ampio il divario tecnico. Si può addirittura permettere il 4-2-4: in attacco larghi Salah ed El Shaarawy, in mezzo Nainggolan e Perotti che spesso sono più alti dei 2 esterni offensivi. Vanno all’assalto della fragile linea a 4 di Pioli: Patric, Bisevac, Hoedt e Braafheid sono subito in difficoltà e Marchetti, lento nel tuffo, incassa presto la rete di El Shaarawy che fa centro, su cross di Digne, per la prima volta di testa in A. La Lazio, 14°gol subito nel quarto d’ora iniziale, assiste e non reagisce. Non è competitiva. Il 4-1-4-1 è statico e vulnerabile. Biglia soffre il pressing di Nainggolan, Cataldi e Parolo sono fiacchi, Candreva da destra va a sinistra e scompare, Felipe Anderson non decolla e chiede il rigore per la spinta di Ruediger, Matri quando scatta sembra un ex. L’atteggiamento biancoceleste permette a Pjanic di partecipare con continuità, a Keita di cucire da dietro e a Digne di conquistare terreno. Manolas e Ruediger sono spettatori con Szczesny. Pjanic colpisce il palo e all’intervallo è solo 1 a 0: il punteggio non rispecchia quanto si è visto in campo, con i giallorossi che hanno pensato, stranamente leziosi, più a controllare la gara che a mettere in cassaforte il risultato che peserà in classifica.
LAVORO IN CORSA - Pioli, inserendo dopo meno di un’ora il suo Keita per Candreva e Klose per Matri, passa al 4-3-3 e certifica di aver sbagliato la formazione di partenza. Ma a incidere subito è il primo cambio di Spalletti. Dzeko entra per El Shaarawy e segna dopo il palo di Perotti: 2 a 0. La Roma, però, si ferma e perde Nainggolan: c’è Iago Falque a sinistra nel 4-2-3-1. Keita attacca Florenzi, Klose spopola contro Digne nel gioco aereo. Palo di Hoedt, traversa di Parolo, con deviazione decisiva di Szczesny, colpi di testa che fanno scattare l’allarme sulla panchina giallorossa. La Lazio è più vivace e segna con Parolo dopo l’uscita a vuoto di Szczesny e l’ennesima torre di Klose. Ci pensa Spalletti: fuori Salah, spento alla meta, e spazio a Zukanovic da centrale, con Ruediger terzino destro e Florenzi avanzato sulla stessa fascia. In 2 minuti è game-over: 3 a 1 di Florenzi che, al volo di destro, mette la sua prima firma nel derby. Djordjevic è la mossa della disperazione. Perotti, il più intraprendente, piazza anche il sinistro del 4 a 1. Il miglior attacco del torneo esagera: 66 reti, 30 con il nuovo tecnico. I capitani De Rossi e Totti sorridono da panchinari. A fine recupero Hoedt prende il secondo giallo: fuori. La Roma, 5 punti in più del 2015, vince il 3° derby di fila e caccia il 2° allenatore in 2 mesi e mezzo: dopo Garcia, via pure Pioli. Erano secondi insieme un anno fa.