La Roma caccia Pioli

04/04/2016 alle 13:49.
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IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Manca solo il pubblico all’Olimpico, meno di 30 mila spettatori e spesso silenziosi. Il resto no: gol, emozioni e colpi di scena nel derby che è ancora della Roma. Ma è il punteggio, 4 a 1, a lasciare il segno, perché conferma che questa Lazio, adesso 21 punti dietro, è chiaramente inferiore. Lotito, a fine pomeriggio, esonera Pioli, colpevole nella preparazione della gara più attesa (mai vinta) e in assoluto nella gestione del gruppo. Ma pure il presidente, svelto a lanciare Simone Inzaghi, è responsabile del fallimento (8° posto, a 7 punti dal 6° che porta in Europa League): non ha rinforzato, come avrebbe dovuto, la rosa dopo il 3° posto dell’anno scorso. Basta guardare la difesa schierata in quest’ultima partita per rendersi conto di come gli investimenti siano stati sballati.

PERCORSO DIVERSO - Proprio il contrario di quanto ha fatto che, correggendo gli errori estivi, è intervenuto a gennaio con 3 innesti decisivi anche contro i biancocelesti: e , entrambi a segno per aprire e chiudere il match, e Zukanovic, inserito per riequilibrare il sistema di gioco nell’unica fase di sbandamento. In più, sempre all’inizio del 2016, è stato chiamato che, con 29 punti in 12 gare, ha riportato in alto i giallorossi. Solo la , con 34 punti e grazie allo scontro diretto vinto di misura a Torino, va più forte nel ritorno. Ora il secondo è a 4 punti e il 25 aprile sarà all’Olimpico per lo spareggio che serve a evitare i fastidiosi preliminari della prossima e garantisce più autonomia sul mercato. Il 3° posto, a 7 tappe dal traguardo, è ormai al sicuro: la quarta è scivolata a meno 7 punti.

GESTIONE DA BIG - La Roma, nel primo tempo, chiarisce quanto sia ampio il divario tecnico. Si può addirittura permettere il 4-2-4: in attacco larghi ed , in mezzo e che spesso sono più alti dei 2 esterni offensivi. Vanno all’assalto della fragile linea a 4 di Pioli: Patric, Bisevac, Hoedt e Braafheid sono subito in difficoltà e Marchetti, lento nel tuffo, incassa presto la rete di che fa centro, su cross di , per la prima volta di testa in A. La Lazio, 14°gol subito nel quarto d’ora iniziale, assiste e non reagisce. Non è competitiva. Il 4-1-4-1 è statico e vulnerabile. Biglia soffre il pressing di , Cataldi e Parolo sono fiacchi, Candreva da destra va a sinistra e scompare, Felipe Anderson non decolla e chiede il rigore per la spinta di , Matri quando scatta sembra un ex. L’atteggiamento biancoceleste permette a di partecipare con continuità, a di cucire da dietro e a di conquistare terreno. e sono spettatori con . colpisce il palo e all’intervallo è solo 1 a 0: il punteggio non rispecchia quanto si è visto in campo, con i giallorossi che hanno pensato, stranamente leziosi, più a controllare la gara che a mettere in cassaforte il risultato che peserà in classifica.

LAVORO IN CORSA - Pioli, inserendo dopo meno di un’ora il suo per Candreva e Klose per Matri, passa al e certifica di aver sbagliato la formazione di partenza. Ma a incidere subito è il primo cambio di . entra per e segna dopo il palo di : 2 a 0. La Roma, però, si ferma e perde : c’è a sinistra nel . attacca , Klose spopola contro nel gioco aereo. Palo di Hoedt, traversa di Parolo, con deviazione decisiva di , colpi di testa che fanno scattare l’allarme sulla panchina giallorossa. La Lazio è più vivace e segna con Parolo dopo l’uscita a vuoto di e l’ennesima torre di Klose. Ci pensa : fuori , spento alla meta, e spazio a Zukanovic da centrale, con e avanzato sulla stessa fascia. In 2 minuti è game-over: 3 a 1 di che, al volo di destro, mette la sua prima firma nel derby. Djordjevic è la mossa della disperazione. , il più intraprendente, piazza anche il sinistro del 4 a 1. Il miglior attacco del torneo esagera: 66 reti, 30 con il nuovo tecnico. I capitani e sorridono da panchinari. A fine recupero Hoedt prende il secondo giallo: fuori. La Roma, 5 punti in più del 2015, vince il 3° derby di fila e caccia il 2° allenatore in 2 mesi e mezzo: dopo , via pure Pioli. Erano secondi insieme un anno fa.