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La barriera che divide il calcio delle curve: un braccio di ferro destinato a durare

08/04/2016 alle 18:26.
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REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - Un ordine di servizio firmato dal di Roma, Nicolò D'Angelo. "Modello organizzativo per la sicurezza degli incontri di calcio". Tutto è iniziato il 28 luglio dell'anno scorso. Un giro di vite che era necessario dopo che per anni le due curve dello stadio Olimpico erano state "terra di nessuno". Il piano prevedeva un miglioramento del servizio di stewarding, "risultato non idoneo (nella stagione 2014-'15) per quantità e qualità", ma soprattutto "un sistema di afflusso che divide le due curve in due sottosettori già nella fase di prefiltraggio". Per capirci, le famigerate barriere. In sono più che soddisfatti del risultato ottenuto sinora. Nicolò D'Angelo ha dichiarato: "Noi non faremo un passo indietro, l'obiettivo è quello di garantire la legalità e la trasparenza. Le curve non devono più essere off limits". E a San Vitale sono convinti che lo Stato si sia ri-impossessato (finalmente) della Nord e della Sud.

Il pugno duro ha portato ad un incremento dei daspo del 265 per cento: dai 68 dello scorso anno ai 255 dei primi tre mesi del 2016 (82 laziali, 173 romanisti). E non è finita: dopo il derby ai tifosi della Lazio che si sono radunati a Formello sono stati dati 15 daspo, quelli della Roma che erano a Testaccio rischiano invece un'ammenda di 2.500 euro a testa per blocco stradale (reato amministrativo, depenalizzato). Per fermare i tifosi che cercavano da raggiungere il centro sportivo di Formello la , come ha spiegato in suo comunicato, ha distolto "circa 100 uomini dal centro cittadino (Piazza Navona, Fontana di Trevi, ndr)" dove erano destinati "per garantire la sicurezza nella fascia serale". E questo non è certo un bel segnale per i cittadini che vorrebbero andare in centro sereni la domenica sera...

Ma, emarginati i violenti e quelli che faticano a rispettare le regole, che sono una minoranza, ora bisognerà riportare i tifosi (veri) all'Olimpico. Perché lo stadio si è svuotato (23.000 spettatori per il derby, una desolazione mai vista): per tanti motivi. Certo, nel caso della Lazio ha anche influito la pessima stagione della squadra e quella forte antipatia di una parte (consistente) della tifoseria nei confronti del presidente Claudio Lotito. Ma la Roma? E' in corsa per il secondo posto e forse se avesse sostituito prima ora sarebbe in corsa anche per lo scudetto. Le curve si sono svuotate (anche) per contestare il provvedimento di Prefettura- di mettere nelle barriere: il nemico di molti ultrà è (soprattutto) il Franco , destinato a diventare il capo della polizia.

Molti tifosi della Roma ormai vanno solo in trasferta, quando la trasferta non è proibita, oppure hanno riempito l'Olimpico solo in occasione della sfida col . In campionato è il deserto. Inoltre, molti abbonati della il prossimo anno potrebbero decidere di non abbonarsi più (tanti laziali già lo fanno). Roberto Massucci è il capo di gabinetto della romana: una lunga esperienza sul campo all'Osservatorio del Viminale sulle manifestazioni sportive, la convinzione che si debba fare di tutto per riportare le famiglie negli stadi, una battaglia (ancora da vincere) dove spesso i club, almeno in passato, sono stati latitanti.

Di recente è stato firmato un protocollo per vedere se ci sono le condizioni per togliere le barriere dalla prossima stagione. Lo stesso , più volte, ha lanciato un segnale: "Credo che le barriere debbano essere eliminate, ma per farlo bisogna che le persone che stanno negli impianti rispettino le regole. Le barriere sono una triste medicina rispetto a una malattia che dobbiamo cercare di debellare". Purtroppo, almeno secondo la , questa possibilità al momento non esiste, e gli episodi del dopo derby hanno convinto D'Angelo e il suo staff a non modificare nulla dalla prossima stagione. Le barriere quindi resteranno al loro posto. Da qui al 15 maggio, fine del campionato, i tifosi di Lazio e Roma non torneranno nella curva Nord e nella Sud. Nel braccio di ferro non cambierà nulla.

"Noi non faremo certo un passo indietro", garantisce il . Forse lo scorso anno i due club romani si sono lasciati prendere in contropiede, quando sono state decise queste nuove misure. Anche se opporsi alle autorità dello Stato, come ha ricordato Lotito, sarebbe stata un'impresa vana. Ma i due presidenti dovranno farsi carico di questo problema, a fine stagione. Il danno non è solo economico (alla fine saranno decine di migliaia i paganti in meno) ma anche di immagine.

James viene visto da molti tifosi giallorossi come un marziano, alla Marino per intenderci, un paio di blitz all'anno a Roma quando va bene ma senza grandi risultati. E' vero, comunque, che nella Capitale opera per suo conto l'avvocato Mauro , che ha pieni poteri e ha a cuore questo problema dei tifosi, anche perché pure lui, senza ammetterlo, si sente un po' ultrà. E la decisione della Roma di scegliere Sebino Nela per tenere i contatti coi tifosi è stata molto apprezzata in , così come il fatto che gli "stewards della Roma sono di buon livello e affidabili".

Lotito è in una situazione diversa, imbarazzante: da anni viaggia con la scorta, che anche ultimamente, dopo il ko nel derby, gli ha evitato un pericoloso incontro ravvicinato con alcuni tifosi laziali. Ma, come detto, a fine stagione bisogna che le parti (c'è anche la Coni Servizi, proprietaria dell'impianto) si trovino intorno ad un tavolo per cercare, insieme, una soluzione di buon senso. La Roma a giugno, dopo che sarà eletto il nuovo sindaco (o sindaca, visto che la Raggi è favorita) presenterà finalmente il progetto per il nuovo stadio a : ma prima bisogna riportare i tifosi all'Olimpico. Così fa solo tristezza.

Ma per il Gip la protesta è giusta - È il 22 ottobre dell'anno scorso quando il giudice per le indagini preliminari di Roma, Alessandro Arturi, dando ragione all'avvocato Lorenzo Contucci e respingendo una richiesta di Daspo della per un tifoso romanista reo di aver acceso un fumogeno fuori dall'Olimpico, offre di fatto un'autorevole sponda alle proteste contro le famose "barriere" del Franco . Proteste che, scrive il magistrato nella sua ordinanza, sono espressione di "un legittimo dissenso", verso una decisione che va a incidere su uno "spazio da sempre, unitariamente e tradizionalmente, condiviso dalle frange più appassionate dei sostenitori capitolini".

E, sottolinea ancora il gip, che si tratti di un provvedimento "pesantemente discriminatorio e immotivatamente punitivo (...) è avvertito, non soltanto dai cosiddetti ambienti ultras, ma anche da consistenti settori della società civile". E ad essere colpiti - spiega sempre il giudice romano - sono gli "spettatori che si sono premuniti, affrontando la relativa spesa, dell'abbonamento annuale per assistere alle partite casalinghe dalle postazioni destinate ad essere materialmente soppresse all'esito della realizzazione delle strutture divisorie". E ancora: "La dimostrazione inscenata dal gruppo dei supporter romanisti trova un preciso antefatto nelle indicate determinazioni dell'autorità amministrativa e sottende l'espressione di un legittimo dissenso avverso le pretese 'misure di sicurezza' interne allo stadio".

Legittimo dissenso che il magistrato indica come "all'interno del perimetro costuituzionale afferente alla libertà di opinione e manifestazione del pensiero" se non sussistono "azioni materiali produttive di un più diffuso pericolo" o attacchi a forze di polizia e cittadini o, ancora, danneggiamenti. La protesta, anche rumorosa, dunque è ammessa.

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