IL TEMPO (A. SERAFINI) - Provarci sempre, arrendersi mai. Essere usciti a testa alta dal Bernabeu scatena ancora più rabbia nelle reazioni di Luciano Spalletti, una furia di emozioni sovrastate dal rimpianto del risultato finale. L'unica cosa che conta. Almeno per il tecnico: «Abbiamo perso 2-0 all'andata e 2-0 al ritorno, quindi zitti e tutti a casa. Se pensate che dopo una partita come questa io venga qui a fare i complimenti ai miei giocatori allora non cresceremo mai come mentalità e convinzione». Parole dure, ma inevitabilmente sincere e necessarie per il lavoro che Spalletti sta continuando a portare avanti, con la convinzione che il passato recente abbia lasciato strascichi più pesanti di quello che si poteva immaginare: «Dobbiamo fare dei balzi, non dei passi in avanti, quando rientro negli spogliatoi dopo aver perso 2-0 e vedo i giocatori predisposti ad essere soddisfatti, allora questa cosa mi crea un malessere difficile da superare. Ci sarà sempre rimpianto quando non te la giochi convinto di portare a casa il risultato. Pensa dove eravamo caduti». E la discussione non accenna a terminare di fronte al fiume in piena toscano, notevolmente infastidito dagli atteggiamenti generali respirati tra la squadra e i complimenti arrivati dall'esterno: «Non voglio sentire elogi per nessuno, altrimenti possiamo rotolarci su certi discorsi e non crescere mai - aggiunge il tecnico con il viso serrato dall'arrabbiatura - lo si fa quando si è forti mentalmente e si sfruttano quelle situazioni di vantaggio e noi a livello di testa probabilmente siamo ancora deboli, non c'è verso. Si vede che in alcuni momenti con la fermezza, con la forza, ci si abbassa, ci si ferma, non siamo continui, non ci si aiuta, non siamo cattivi né ci trasmettiamo la fiducia».
Un messaggio totale che non risparmia nessuno, un altro macigno su un percorso in cui non viene ricercato alcun tipo di alibi da infilare all'interno dello spogliatoio. E la realtà dell'allenatore continua ad essere sbattuta in faccia senza filtri: «Se la dobbiamo dire tutta poi, Il Real Madrid non sta passando un bel momento, dobbiamo essere coscienti di cosa riesce a proporre adesso, che non è che sia qualcosa di irresistibile, ecco». Inutile quindi ritornare su cosa sarebbe potuto essere e che non è stato, come il forfait dell'ultimo minuto di Nainggolan: «La squadra sarebbe stata uguale anche con Radja - ammette Spalletti - in futuro sicuramente metteremo a posto qualcosa. Ci sono situazione che vanno messe a posto velocemente, adesso ci rimangono 10 partite di campionato». Perché non capiterà tutte le settimane di incontrare il Real, ma per arrivare a certi livelli ogni partita deve essere giocata con lo stesso atteggiamento: «I miei giocatori sanno benissimo il valore di una partita come questa qui e a noi viene l'ansia di non potercela fare. Si vede che gli avversari sono più determinati. Noi siamo la Roma ma bisogna comportarci da Roma e bisogna venire in questi campi facendo vedere negli atteggiamenti che siamo la Roma. Contano poco i discorsi perché sono perdite di tempo». Perché una sconfitta anche se onorevole, rimane sempre una sconfitta: la lezione di Spalletti farà più bene alla squadra della prestazione.