LA REPUBBLICA (M. PINCI) - I calciatori hanno imparato presto che a Spalletti basta un’occhiata. Un sopracciglio alzato nel riscaldamento per capire che è ora di fare sul serio, uno sguardo e sai dove hai sbagliato. Che il coro dello spogliatoio sia unanime ed entusiasta del nuovo allenatore è normale, dopo 25 giorni di lavoro. Ma che la Roma sia cambiata lo dicono anche i numeri. Tra le ultime quattro gare con Garcia e le prime quattro con il tecnico toscano, la differenza è evidente: più possesso, meno palle perse, più tiri e addio lanci lunghi. Le conclusioni sono forse il dato più significativo: più di 9 tiri a partita nelle prime uscite spallettiane, solo 6 e mezzo prima. Il possesso del pallone è aumentato significativamente, dal 48 al 56 per cento, soprattutto la Roma non lo perde più: 7 palle perse in meno ogni gara. E anche le ripartenze - 1 ogni 2 partite prima del cambio tecnico - sono quasi il triplo. Insomma, è cambiata la filosofia, anche se Keita preferisce assumersi le responsabilità in proprio: “La fortuna di un tecnico la fanno i calciatori. Il mister ha carattere, ma in campo andiamo noi”. Un pensiero il centrocampista maliano però lo rivolge ai tifosi. Un atto d’accusa deciso: “Se ogni volta che sbagli un controllo i tifosi fischiano è difficile. Nessuno riesce a giocare bene quando viene fischiato, e ho giocato con grandi calciatori. E’ impossibile”. Qualche sostenitore ha reagito accusandolo (“Fai il bravo, altrove fischiano per molto meno”), qualcuno ha accolto lo sfogo.
Gli altri invece erano impegnati a seguire dal vivo, a Trigoria, il ritorno in campo di Kevin Strootman. Un tempo, il primo del match con l’Avellino, con la Primavera a 375 giorni dall’ultimo stop: ritmo inevitabilmente compassato, un paio di contrasti evitati ma anche buone accelerazioni e il gol su rigore. Sabato prossimo vorrebbe andare a Terni con la Primavera, per poi riavvicinarsi all’esordio. L’obiettivo: essere pronto per la Fiorentina, tra un mese: con i viola si era “rotto” l‘ultima volta. Ora è tempo di esorcizzare i fantasmi.