La difesa di Spalletti: «Totti ha lanciato missili»

22/02/2016 alle 17:20.
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IL TEMPO (A. AUSTINI) - La partita più difficile di inizia dopo il fischio finale. Gli tocca spiegare la mossa più dura fatta da un allenatore in 23 anni di carriera di . Paura? Per niente. Il toscano si fa il giro di sala stampa e tv, spiegando nei dettagli l'accaduto con la convinzione di chi si sente totalmente dalla parte del giusto. "Stamattina - racconta il tecnico - gli ho detto: "Guarda, per quella che è la distrazione che mi hai creato, non sei della partita e non vai neanche in panchina". Avevo deciso di farlo giocare dall'inizio per vedere quanto durava, non era una bugia, ma non potevo accettare quello che ha fatto con quell'intervista. Vito Scala mi ha chiesto che cosa doveva fare a quel punto, io gli ho spiegato che era libero di andare dove voleva. Poteva salire sul pullman ma e tornato a casa. Ci sono delle persone del suo entourage che mi hanno detto che non c'è più niente da capire, domani chiarirò ulteriormente tutto quanto. Si è detto molto di più di quanto c'e nella sostanza. Ma se lo fa il più grande campione dal dopoguerra, la cosa è chiaramente eccezionale. I compagni ci sono rimasti male ma hanno allargato le braccia e hanno riconosciuto che è giusto sia andata cosi. La tensione doveva essere sulla partita invece si e parlato solo di e un po' di disturbo l'ha creato. Il giorno prima avevo chiesto a tutti di mettere alle spalle la per via del possibile contraccolpo psicologico, avevo chiesto concentrazione e un aiuto, da padre di famiglia. Dopo avergli chiesto viene fuori qualcosa che depista l'interesse della squadra. Devi avere a che fare con tanti calciatori, non uno solo. Si fa cosi nella gestione del gruppo, se fai qualcosa in più per uno devi farlo anche per gli altri".

La decisione di mandare a casa  è stata presa da e poi avallata dalla società. "Ho avvertito dopo i dirigenti, c'e stato grande dispiacere da parte mia perché non volevo, però alla squadra dobbiamo dare delle regole e io devo mettere un po d'ordine. Mi hanno chiamato perche la squadra non andava bene e devo pensare ai risultati. Il rinnovo di Francesco? Il giorno della mia presentazione io toccai questo tasto senza che mi fosse domandato, sapevo sarebbe stata la cosa più delicata. Io in questa situazione non ci voglio entrare, se vuole continuare a giocare è giusto che lo faccia. Quando sono arrivato a Trigoria l'ho chiamato nel mio ufficio con Vito Scala e gli ho chiesto che ruolo gli interessasse: "Vuoi fare Giggs? Nedved? O ancora il calciatore? Va bene, fallo ma io devo risollevare la squadra e non ti posso concedere nulla". A casa ho appese sette maglie di , mi ha sgridato anche mio figlio: "Che fai, babbo, litighi con il capitano?". No, io non litigo con nessuno, la società sa che se Francesco chiede qualcosa io sto dalla parte sua. Non è giu-sto che io influenzi la decisione".

Ma come farà a ricostruire il rapporto umano col giocatore? "Quando e nervoso qualche missile gli parte, delle cose me l'ha dette e diventa difficile da accettare. Non può sostenere che io non gli dico le cose in faccia, non mi ci riconosco. Non potevo restare 5 anni qui se avessi lasciato fare certe cose agli altri. Bisogna essere veri sempre, altrimenti i calciatori se ne accorgono tutti. Va bene il rispetto, ma vale per tutti i 25 ragazzi. Io voglio solo che la Roma faccia risultati. Dal mio ruolo non posso accettare che lui convochi una conferenza stampa. E gli altri? Noi abbiamo , , , .. .domani vanno tutti a parlare?".

Sul sostegno dei tifosi al capitano non ha nulla da ridire. "Non sono piovuto dal cielo - prosegue - so qual e la bellezza di questo ambiente e il grande sentimento dei romani. Accetto i fischi, volevo fare con loro i cori per che mi hanno fatto godere. Assoluto rispetto per quello che e stato it campione però ora bisogna fare delle scelte. Sotto il punto di vista della corsa non può dare come un altro, non lo dava neppure 5 anni fa quando c'ero... Si scrivono libri su tutti gli infortuni che ha avuto eppure a 40 anni è ancora qui, poverino, qualcosa deve pur concedere. Se lui fa cosi io reagisco e mi fischieranno ancora più forte e mi contesteranno come hanno fatto oggi a Trigoria". II primo segnale di riavvicinamento l'ha dato , presentandosi allo stadio. "Abbiamo vinto e c'ha ripensato - spiega - , era nello spogliatoio prima della partita con la faccia di quello che voleva giocare. Oggi si allena ed è tutto finito: non sono venuto a rompere i cogl.... a nessuno. Sono tornato qui che c'era gente che parlava della Roma in maniera assurda e mi faceva rizzare i capelli. Adesso questa storia deve finire".

L'unico modo per riuscirci è continuare a vincere. Anche se ora dovrà gestire subito un altro caso. , durante la partita, l'ha mandato a quel paese. Sempre a favore di telecamere.