Dalla curva piovono fischi per il tecnico. Lucio si difende: "Dovevo mettere ordine"

22/02/2016 alle 14:22.
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IL MESSAGGERO (S. CARINA) - A fine serata ha provato a rimettere insieme i cocci di una giornata lunghissima. Con il sorriso in pubblico e smorzando i toni: «C'è stato grande dispiacere da parte mia di prendere la decisione di escluderlo ma poi ci sono le regole, il lavoro e i segnali che dobbiamo dare alla squadra. Quando sabato ero convinto di farlo giocare lui, forse per il nervosismo, e quando è nervoso il missile gli parte e un po' di cose me le ha dette (ride, ndc)... Mi dispiace, non voglio rompere i cogl... a nessuno perché sono contento solamente quando la Roma vince». Una scelta che l'Olimpico ha faticato a comprendere. Perché all’annuncio delle formazioni e del tecnico, dai Distinti Sud lato Montemario e da quello che rimane della , al nome del tecnico si è levata una bordata di fischi. Lunga, prolungata a tal punto che è stato deciso di far partire subito l’inno. Poi, al primo coro, “C’è solo un capitano”, si è ascoltato qualche fischio. I promotori non si sono fermati. Ci hanno riprovato poco dopo e stavolta tutto l’Olimpico si è unito. Quando a fine gara gli chiedono se c'è rimasto male per i fischi, Lucio replica con una battuta: «Vi ringrazio che vi siete preoccupati per me, ma ci sta. Spendete le vostre energie per altro. La gente non se l’è presa con me ma era una manifestazione d’affetto per lui, per quello che ha dato e che è stato».

IL LIVORE DEL WEB - Inconsapevolmente, quando parla di calciatore, utilizza spesso e volentieri il passato prossimo. All’ennesima domanda sul capitano, dà la sua versione su quanto accaduto ieri: «È successo che in base a ciò che era venuto fuori dalle sue dichiarazioni... Il giorno prima avevo chiesto a tutti di mettere alle spalle la , per via del possibile contraccolpo psicologico. E quindi avevo chiesto concentrazione e un aiuto, da padre di famiglia. Dopo aver chiesto questo, viene fuori questa cosa che depista l’interesse della squadra. Io devo avere a che fare con tanti calciatori, non uno solo. Dovevo mettere ordine per quella reazione a caldo, non potevo fare altrimenti. Sono d’accordo che Francesco meriti rispetto per il campione che è, ma il rispetto lo devo dare a tutti gli altri, non a uno soltanto. E poi il rispetto cosa vuol dire? Regalargli una maglia? Io gliel’ho detto: se vuoi giocare devi sapere che non ti regalo niente. Comunque domani (oggi, ndc) si allena con la squadra. Mi aspetto delle scuse? Non me ne frega nulla. A me interessa soltanto il rispetto nel gruppo. Decisione punitiva? Chiamatela come volete. Non posso accettare che uno dica certe cose prima di una partita e dopo un filotto di vittorie. Fosse accaduto quando le cose non andavano bene sarebbe stato forse condivisibile, è il più forte giocatore del dopoguerra e della Roma. Ma ora non ci sono motivi. Io devo guardare ordine ed equilibrio». Una posizione che ha trovato proseliti soprattutto sul web dove è stato aspramente discusso e contestato. Come se bastasse un minuto e 23 secondi (la durata del servizio Rai) per far dimenticare 24 anni di carriera e oltre 300 gol. Togliendo chi ha provato a sostenerlo con l’hashag #iostoconTotti, sul web ieri si è trovato di tutto: tra chi lo ha accusato di esser diventato ormai un peso per la squadra ad altri che lo hanno reputato un egoista col chiodo fisso del rinnovo contrattuale. Una cosa inimmaginabile sino a poche ore fa.