LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Il pareggio dell’Olimpico non ha concesso nemmeno dodici ore di tregua a Mihajlovic e Garcia. Ma se il milanista scricchiola, sulla testa del francese è calata la mannaia dell’esonero. Dopo un pomeriggio di fuoco scandito da telefonate e conference call sull’asse Roma- Miami, Pallotta e Sabatini hanno deciso davvero: au revoire, monsieur Rudi, sei fuori. Per la sostituzione tutti gli indizi portano a Luciano Spalletti: proprio Sabatini intorno alle 20 di ieri ha imboccato l’autostrada Roma-Firenze, c’è chi parla di una cena perugina (ma nessuno conferma) con l’ex allenatore dello Zenit, che ha già accettato di lavorare con i preparatori attuali, Norman e Lippie. Resta la questione del contratto, visto che il ds non vuole decidere in mezza giornata di impegnarsi anche per la prossima stagione: la proposta di partenza restano dunque i 6 mesi con opzione legata ai risultati. Per questo rimangono in ballo pure altri nomi, dal ct del Cile Sampaoli, che nega colloqui (“Formalmente non ho parlato con nessuno”) ma un contatto l’ha avuto anche nelle ultime ore, fino a Bielsa, Leonardo e Mazzarri.
Il problema semmai è che nessuno ha potuto comunicare la decisione dell’esonero all’ormai ex tecnico della Roma: intorno alle 10 di ieri infatti Garcia è salito insieme con Florenzi e l’ad Zanzi sul volo che lo avrebbe portato a Zurigo per partecipare alla cerimonia di premiazione del Pallone d’Oro. Una mossa che magari gli avrà consentito di prendere tempo e rimandare l’inevitabile. Ma che ha fatto infuriare ulteriormente il presidente Pallotta: la passerella nei salotti buoni del calcio internazionale dell’allenatore, proprio mentre lui aveva deciso di farlo fuori, gli è piaciuta pochissimo. Ai calciatori che chiamavano dubbiosi su cosa li aspettasse stamane a Trigoria veniva risposto che gli allenamenti li avrebbe diretti regolarmente Garcia. Ma proprio in quegli istanti negli uffici del centro sportivo veniva convocato il tecnico della Primavera Alberto De Rossi, incaricato di guidare le sedute tecniche della prima squadra almeno fino a quando la società non avrà messo sotto contratto l’erede del francese. Il vero nodo della questione è questo: dopo che stamattina Sabatini avrà parlato con Garcia, rendendo ufficiale una sentenza che su di lui incombe da 25 giorni, la Roma resterà senza allenatore. Anche ieri sono proseguite le audizioni, con tanto di proposte grottesche e candidati più seri. Una cosa è certa: la scelta su chi sarà la nuova guida tecni- ca di Dzeko e compagni passa esclusivamente per le mani del ds Sabatini, unico uomo di calcio della dirigenza e unico in grado di assumersi l’onere della decisione. Anche se nelle ore tormentate in cui s’è deciso il sacrificio di Garcia, Sabatini aveva valutato le dimissioni. «La scelta dell’allenatore la indirizzo comunque io, le possibili dimissioni sarebbero da riferire ad altro, per esempio al decoro», scriveva ieri via mail a un tifoso. La conferma scritta dei dubbi sul proprio futuro. E della decisione di cambiare panchina.