IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - Al direttore generale dell’As Roma, Mauro Baldissoni, e al braccio destro di Pallotta, Mark Pannes, la Regione ieri ha confermato quanto i vertici del Dipartimento Urbanistica vanno dicendo da mesi: nel progetto per il nuovo stadio a Tor di Valle ci sono troppe lacune. Senza le integrazioni richieste, l’iter non va avanti di un millimetro. Tutto bloccato. Niente avvio della conferenza dei servizi, niente via libera all’operazione calcistico immobiliare sognata dal manager di Boston e dal costruttore Luca Parnasi, che potrebbe fruttare ai proponenti, secondo alcune stime, fino a 800 milioni di euro, ma che rischia di restare un castello in aria, gravato da una pletora di omissioni negli elaborati e da tante criticità progettuali.
IN RITARDO A chiedere l’appuntamento in Regione erano stati i vertici della Roma, ormai “orfani” del sostegno della giunta Marino e in particolare dell’ex assessore comunale all’Urbanistica, Giovanni Caudo, grande sponsor dell’operazione Tor di Valle. Ma il vertice (che non si è tenuto nella sede della presidenza, ma negli uffici distaccati dell’Urbanistica) non ha fatto registrare nessun passo avanti. Non certo per colpa della Regione, ma perché nelle carte consegnate dai privati ci sono ancora troppe carenze. E senza gli elaborati definitivi, l’iter non può proseguire, come ha spiegato ieri la stessa Pisana nella nota diffusa dopo la riunione, «un breve incontro informale», viene precisato, «richiesto da una rappresentanza dei soggetti impegnati nel progetto dello stadio, con l'assessore Michele Civita». In neanche 20 minuti di faccia a faccia, «l’amministrazione regionale - prosegue la nota - ha confermato che, appena verrà presentato il progetto definitivo, integrato come già richiesto ad agosto, è pronta ad avviare, così come prevedono le disposizioni normative, la Conferenza dei servizi dando piena e trasparente pubblicità a tutte le fasi dell’iter amministrativo». Insomma, la stretta di mano tra Pannes e l’assessore Civita, non produrrà nessuna accelerazione impropria sul progetto.
LE CRITICITÀ Sul tavolo restano tutte le criticità già evidenziate in questi mesi: dalle cubature destinate a negozi, uffici e alberghi (l’86% del totale), già giudicate «superiori di due terzi rispetto al consentito» proprio dai tecnici regionali, al rischio idrogeologico che grava sull’area scelta per l’intervento, al piano trasporti che dovrebbe servire il nuovo insediamento, che punta sul prolungamento della metro, e che è già stato bocciato dall’Atac perché rallenterebbe le corse della linea B «del 40%», creando disagi a 200-300mila romani.
A PALAZZO VALENTINI Anche il prefetto Franco Gabrielli ieri è tornato a parlare del progetto dello stadio. «Credo che questa città abbia problemi più seri», ha tagliato corto il numero uno di Palazzo Valentini, che oggi, dopo due giorni di botta e risposta a mezzo stampa, incontrerà James Pallotta, con cui affronterà anche il piano sicurezza per l’Olimpico («l’unico stadio di Roma che conosco», ha detto due giorni fa Gabrielli). Verrà affrontato soprattutto il nodo della divisione in due delle Curve, la decisione più contestata dalle frange più estreme della tifoseria.