IL TEMPO (A. AUSTINI) - Assenti per protesta, presenti quando non te l’aspetti: gli ultrà della Curva Sud tornano a colorare l’Olimpico stasera. Non gioca la Roma, ma le sue vecchie glorie. E allora, non trattandosi di una manifestazione sportiva ufficiale bensì di un evento di spettacolo paragonato a un concerto, possono entrare allo stadio tutti indistintamente. Anche chi, negli anni passati, è stato interdetto agli impianti con la sanzione del Daspo.
Qualche occasione migliore per ripresentarsi nell’Olimpico lasciato tristemente vuoto durante le partite di Dzeko & Co., come segno di reazione contro le misure di sicurezza ritenute eccessive, le barriere divisorie nelle due curve, il divieto di esplodere petardi o accendere fumogeni, le multe per il cambio di posto che poi, in realtà, sono state applicate solo in un caso (Roma-Juventus) e mirate ad alcuni protagonisti di intemperanze varie.
Oltre che per le emozioni da vivere in campo nell’evento benefico «Voi siete leggenda» organizzato da Vincent Candela, l’attenzione stasera sarà inevitabilmente puntata nel settore caldo del tifo romanista. Di nuovo pieno, rumoroso, compatto. Come però non sarà più a partire da Roma-Milan del 9 gennaio, perché la protesta continua . I dati dell’Osservatorio del calcio italiano diffusi ieri (vedi tabella pubblicata a lato) sono emblematici: nessuno come Roma e Lazio ha perso più spettatori quest’anno in Italia. E il dato dei giallorossi di 35mila presenze medie è in realtà «drogato» dagli abbonamenti sottoscritti in Curva Sud ma quasi mai onorati dalla presenza. In realtà le partite della Roma sono state seguite da meno di 30mila spettatori di media, quelle della Lazio da 22mila.
Oggi, però, è un giorno speciale. «La Curva Sud tornerà a sventolare le proprie bandiere - si legge in un comunicato emesso ieri dai tifosi - e a far sentire la propria voce davanti a chi ha indossato con onore e fierezza i nostri colori, a chi ci ha sempre portato rispetto, a chi dopo tutto questo tempo non ha ancora dimenticato e porta l’AS Roma nel cuore!». L’allerta è massima e c’è il rischio che la serata possa trasformarsi in una trappola. Per tutti. Ad esempio la Questura ha fatto sapere che «stante la peculiarità dell’incontro - si legge nella risposta fornita all’avvocato degli ultrà Lorenzo Contucci - lo stesso non rientra tra quelli per il quali sono validi i Daspo. Gli eventuali comportamenti illegali tenuti in occasione del predetto evento potranno però essere valutati e sanzionati con l’irrogazione o l’aggravamento dei citati provvedimenti». Predisposti controlli ad hoc all’esterno e all’interno dell’Olimpico da parte degli agenti, coadiuvati da steward «privati». Eventuali incidenti potrebbero portare a un inasprimento delle misure già parecchio severe.
Quanto ai circa 20mila biglietti venduti, se i primi sono stati stampati senza i nominativi, da ieri sera le ricevitorie hanno iniziato a imprimere nome e cognome sui tagliandi come accade nelle regolari partite ufficiali. Della serie: si chiude la stalla quando i buoi sono già scappati.
La Roma si è defilata dall’organizzazione dell’evento e l’unico contributo lo darà trasmettendo la partita sul canale ufficiale del club. Lotito non fece neppure quello nella serata «Di padre in figlio» di maggio 2014, quando oltre 62mila laziali si radunarono all’Olimpico anche loro per seguire una gara tra vecchie glorie. E, ovviamente, per protestare contro la società. Sì perché gli ultrà romani ce l’hanno anche con i rispettivi club. Mentre a Formello si preferisce non intervenire, la Roma sta continuando a cercare una mediazione col Prefetto attraverso la Questura. Previsto un nuovo appuntamento dopo le feste per definire un pacchetto di misure «positive» da introdurre dentro lo stadio, con l’obiettivo di riempire di nuovo la Curva e «alleggerire» almeno le barriere divisorie piazzate all’interno. Ma Gabrielli è stato chiaro: prima i tifosi tornano allo stadio, dimostrano di comportarsi bene e poi facciamo le modifiche. Peccato che finora non abbiano alcuna intenzione di cedere un centimetro. E pazienza se l’Olimpico resterà lo stadio più triste della Serie A.