LAROMA24.IT - Dopo il pari contro il Borisov la Roma ottiene un altro pareggio, questa volta in casa del Napoli. Garcia aveva promesso che la squadra non sarebbe andata al San Paolo "come una vittima al mattatoio" e così è stato, riuscendo a fermare la squadra di Sarri sullo 0-0. Per riuscirci i giallorossi hanno utilizzato una tattica a dir poco difensivista, visto che la squadra del francese non ha mai tirato in porta durante i 90 minuti. Intanto l'Inter si porta a + 7 mentre la Juventus ha scavalcato la Roma in classifica ma almeno il distacco nei confronti del Napoli rimane invariato, lasciando la squadra libera di pensare al prossimo impegno in Coppa Italia.
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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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LA REPUBBLICA (G. MURA)
(...) Napoli e Roma si ritrovano con quel che avrebbero preferito evitare: un punto. Gli spettatori con un senso di delusione. Non che sia stata una brutta partita: intensa è un aggettivo-lenzuolo, copre molte cose. Dal primo e dal terzo attacco del campionato ci si aspettava qualche gol, almeno un paio. Niente.
Non un palo né una traversa. Un gol annullato a De Rossi, palla già uscita nella traiettoria del cross da fondocampo. Gli stimoli per il Napoli c’erano tutti: Higuain a un passo dal record di Maradona (9 volte di fila in gol al San Paolo), la sconfitta di Bologna da far dimenticare, una Roma mogia e senza tifosi al seguito. Fischi la Roma ne ha presi ad ogni tentativo d’attacco, ma almeno non provenivano da suoi tifosi. Pochi, i tentativi d’attacco, dopo un avvio brillante di Salah, che però non è ancora a posto. Il resto, difesa. Cioè il settore più debole, più criticato, ma stavolta no. Una buona partita di Manolas non è una novità, una di Rudiger sì. Insieme, hanno ammansito Higuain, non in serata e nemmeno ben cercato dai suoi. Pieno di voglia Insigne, ma con tendenza eccessiva al tiro, il tiratore più pericoloso è stato Hamsik: un pallone appena fuori, uno ribattuto da Szczesny. Come a Bologna, il Napoli forza il ritmo negli ultimi 10’ e certamente fa molto di più della Roma per vincere. Tre ammoniti negli ultimi 6’ sono il segnale di quanto abbia dovuto soffrire la Roma. Che doveva essere una vittima sacrificale e ha schivato il ruolo con una partita di grande fatica. L’esame era difficile ma è presto per dire che la crisi è alle spalle.
IL TEMPO (G. GIUBILO)
La Roma resta fuori dal mattatoio. La sfida del San Paolo contraddice la legge dei grandi numeri: era da venti anni che mancava lo zero a zero, in casa del Napoli, per i giallorossi. Ma un dato ancora più significativo è rappresentato, in questo pari bianco, dal confronto tra il primo e il terzo attacco del campionato, reparti rimasti a secco in modo sorprendente. Una serata che restituisce credibilità e prestigio a una Roma che all’Olimpico era stata sepolta dai fischi, giustificati, dopo lo stentato passaggio agli ottavi di Champions contro i bielorussi. Un risultato confortante e perfino con qualche rimpianto e qualche dubbio. Un bel gol di testa di De Rossi vanificato da una segnalazione difficilmente decifrabile, quando la terna arbitrale ha stabilito che il cross fosse stato effettuato da qualche centimetro aldilà della linea di fondo: un dubbio che neanche le immagini rallentate hanno potuto sciogliere. Comunque un pari che non può esaltare due squadre votate alla rincorsa: rimane a meno quattro il Napoli e meno sette la Roma.
Ancora una volta protagonista Szczesny, ma tutta la linea difensiva si è ben comportata. Ha rischiato nel finale Garcia, inserendo sulla fascia destra un centrale con modesta presenza, finora, come Gyomber. Ma in realtà, all’attacco stellare degli azzurri, è stata concessa una sola autentica palla-gol: su Hamsik il portierino ha fatto miracoli. L’obiettivo primario era però quello di evitare una possibile goleada e costituisce un trionfo aver relegato al ruolo di spettatore un attaccante micidiale come Higuain. La sua domenica da capolista, a lungo è quasi un sogno per Roberto Mancini, inseguitori a piccoli passi, ma dopo ottanta minuti tre punti li mette in tasca soltanto la Juventus, la più lontana tra le avversarie. Battaglia intensa a Torino, con un avvio da brividi: rigore per i viola e pari quasi immediato di Cuadrado. Poi grande equilibrio, ritmi alti e agonismo acceso, gran lavoro per Orsato. Ma Mandzukic spezza l’equilibrio e Dybala mette la parola fine a un confronto che ha rispettato le attese della vigilia.
LA GAZZETTA DELLO SPORT (L. GARLANDO)
(...) Allegri ha trovato definitivamente una nuova coppia trascinante. E deve ancora aggiungere il miglior Pogba. Senza contare che nel ritorno ospiterà Roma, Napoli e Inter. No, ieri sera Mancini non si è toccato il mento alla Brozo, come invece aveva fatto nel pomeriggio, dopo Napoli-Roma. Le locandine promettevano gol, invece è arrivato uno 0-0 che mancava da 20 anni. “Colpa” soprattutto della svolta catenacciara di Garcia che con due 0-0 in una settimana(e le parate decisive Szczesny) si è salvato la pelle: Roma agli ottavi di Champions e brodino ricostituente contro il Napoli. Il trauma del Camp Nou si guarisce anche così. Per ora va bene. Ma solo per ora. Perché l’involuzione tattico-estetica giallorossa non porta lontano. Gli zero tiri in porta della Roma al San Paolo (non le accadeva in serie A dal 2008) certificano una realtà: la macchina da gioco e spettacolo d’inizio stagione per ora non c’è più. La Roma oggi sembra un esploratore che ha perso la bussola. Ieri trovava la porta appena la cercava, oggi non sa dove andare. Le traiettorie di passaggio non hanno una logica. Frecce come Salah sgommano a vuoto ed escono col broncio. Dzeko resta un oggetto estrano, come un Puffo in un presepe. L’Inter era brutta, ha preso coraggio a forza di 1-0 e ha trovato progressivamente gioco e gol. La Roma ha compiuto il percorso inverso: era bella e segnava tanto, è diventata brutta, impaurita e non tira in porta. (...)
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
sarebbe interessante conoscere le considerazioni di Roberto Mancini dopo aver visto affrontarsi tra loro le quattro inseguitrici della sua Inter. Con una giornata in più alle spalle, potrà ritenersi più che soddisfatto nell’aver guadagnato punti sulle seconde, però questa Juventus torna a far paura. Sei vittorie consecutive sono tante e i segnali di crescita bianconera sono evidenti. Il ritorno prepotente e rabbioso della squadra di Allegri è il fatto, per certi versi, nuovo di questo campionato. Ora la lotta si fa ancora più interessante e incerta. Tutte le avversarie sono temibili ma quando ci sono di mezzo i bianconeri la storia diventa per tutti più complicata. La classifica, al momento, fotografa fedelmente pregi e difetti delle contendenti. Tra tutte, l’Inter è stata, dall’avvio a oggi, la più costante, e alle sue spalle il borsino delle rivali vede: Juventus in crescita, Fiorentina stabile, in lieve calo il Napoli e convalescente la Roma. Delle quattro la squadra giallorossa è quella più in difficoltà, al quinto posto e meno sette dalla prima, scavalcata dai bianconeri. Uscire dal San Paolo con un risultato positivo era fondamentale. Borisov e Napoli erano considerate tappe decisive per il futuro prossimo di squadra e tecnico. Garcia, con due zero a zero consecutivi, può dire di esserne uscito illeso: qualificazione agli ottavi e possibilità di rimanere agganciato con le prime in classifica. Se i risultati sostengono le ambizioni, le prestazioni lasciano forti dubbi. A Napoli la squadra ha dimostrato di essere viva, ha sofferto e si è compattata alla ricerca del risultato. Rete annullata di De Rossi a parte, è stata però incapace di produrre qualsiasi azione offensiva degna di questo nome, con il povero Dzeko isolato e circondato da avversari. Visto l’incedere delle avversarie serve un immediato cambio di marcia: trovare gioco, equilibrio e sostegno all’attaccante bosniaco.
CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)
(...) Perché questo è il punto: i risultati portano comunque l’Inter in fuga. E nessuno è più sfiorato dal dubbio che non meriti, che non sia all’altezza. Sembra stanco il Napoli, soffocato dalla smania difensiva della Roma, ma mai primo sui secondi palloni, cioè le respinte del primo attacco, quelle che danno il segno di un pressing reale. Oscurato Higuain, non c’è stato un vero tiro in porta. In due partite l’Inter ha preso 5 punti al Napoli e 5 alla Roma. L’aria cambierà, cambia sempre in qualche modo, ma l’impronta adesso è molto decisa.
LA STAMPA (G. GARANZINI)
(…) Il match del San Paolo (…) ha confermato una volta di più quanto pesi nel calcio di oggi l'aspetto mentale. Una volta liberata dalla paura del fallimento europeo, la Roma ha giocato una partita - difensiva - di cui non la si credeva capace: sino alla realtà romanzesca di Ruediger tra i migliori in campo, e in ogni caso impeccabile nella marcatura di Higuain. Salvo due grandi occasioni giallorosse nel finale, compreso il gol di De Rossi sul cui annullamento non v'e certezza, ha sempre menato le danze il Napoli ispirato da Hamsik e dai sussulti di un Insigne in un paio di occasioni egoista. Ma rimane il fatto che dopo aver battuto Juve, Fiorentina e Inter la squadra di Sarri e stata bloccata proprio dalla difesa meno ermetica tra le grandi. E giusto due partite dopo lo storico sorpasso in vetta, e ridiscesa a meno quattro dall'Inter.
IL GIORNALE (F. GRASSIA)
Napoli a 4 punti dalla vetta, Roma a 7. Se queste sono le rivali più temibili, l'Inter può godersi in tutta tranquillità la leadership del campionato e addirittura rafforzarla grazie al calendario favorevole: Lazio a San Siro, Empoli in trasferta, Sassuolo al Meazza. L'allungo dei nerazzurri non fa paura a Sarri, ma tiene in ansia Garcia per via di numeri ormai preoccupanti e di un gioco scadente. All'indomani del pari con il Bate Borisov in Champions League, fischiatissimo dal pubblico amico, la Roma ha fatto dell'umiltà la migliore arma a disposizione chiudendosi in difesa e cercando di pungere in contropiede. Alla fine ha raggiunto il pareggio che rafforza più la psiche della classifica. E se il cross di Ruediger non fosse uscito sul fondo, come ha certificato l'assistente Barbirati, la zuccata di De Rossi avrebbe portato in dono i 3 punti. Ma si sarebbe trattato d'una casualità. II Napoli ha dimostrato, una volta ancora, di essere Higuain dipendente. L'argentino, dopo aver segnato per otto partite consecutive al San Paolo, s'e fermato alla nona. E con lui ha segnato il pas-so anche la squadra partenopea che l'ha lasciato solo, troppo solo, fra l'incudine di Manolas e il martello di Ruediger. Impalpabile Callejon, generoso ma egoista Insigne, Hamsik vicino al gol solo in una occasione, le cose migliori sono arrivate da Mertens, al solito entrato in campo a lavori ampiamente in Corso. O Sarri trova qualche alternative oppure rischia di scivolare indietro nell’oligarchia del campionato. Assurdo che il Napoli abbia collezionato ieri pomeriggio il terzo risultato in bianco dopo i pari con Genoa e Carpi. Il particolare non è rassicurante per chi ha il merito di avere Higuain.