LAROMA24.IT - Il pareggio di Torino getta nuove ombre sul momento della Roma. I giallorossi guidati da Garcia si trovano nel momento cruciale della stagione e ci arrivano in un pessimo stato psicofisico. Mercoledì all'Olimpico - sotto gli occhi di Pallotta - la Roma si gioca la Champions contro il Bate. Domenica invece i giallorossi andranno al San Paolo di Napoli per continuare a sperare nello scudetto.
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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
[...] Da parte giallorossa, come un anno fa, dopo il calciomercato, si è ritenuto di essere pronti per il grande salto. Poi, prestazioni e risultati, hanno dimostrato che la coperta è corta, limiti e difetti della squadra sono sempre gli stessi. Da parte biancoceleste dopo una stagione positiva, come altre volte, non è stato compiuto il necessario salto di qualità. La squadra non è stata rafforzata e, davanti a problemi evidenti, anzichè decidere si preferisce prendere pericolosamente tempo. Garcia e Pioli si accollano anche le responsabilità di altri, ma, purtroppo, non sembrano essere in grado di poter invertire la rotta. Bate Borisov, Napoli e Sampdoria sono alle porte e mettono paura.
IL TEMPO (G. GIUBILO)
Stavolta dichiara fallimento la Regione Lazio. Poco fortunato il Frosinone steso nel finale dal Chievo dopo aver colpito una traversa clamorosa: e così di nove punti in palio, dalle parti nostre ne è rimasto appena uno. Sempre più compatta la parte alta della classifica, dalla quale si è allontanata la Roma che in questo momento deve dedicare tutte le sue attenzioni all’impegno di mercoledì per continuare il cammino in Champions.
IL TEMPO (T. CARMELLINI)
Nel mare magnum capitolino, lì dove tutto è già scritto e deciso, dove ogni fruscio diventa leggenda, c’è anche chi rievoca la maledizione di Tutankhamon. Nessun romanista ha violato tombe sovrane, ma in città, visto il momento d’oro di molti ex, è partito l’ennesimo tormentone: «Ma niente niente fossimo noi...!?». Perché in questo momento dove gira tutto al contrario, le piogge diventano alluvioni e gli zombie fanno i cento metri per la gioia dei soliti vecchi ubriaconi. Della serie: piove sul bagnato.
Così, dopo due anni di anonimato a scaldare panchine nella Roma e flop clamorosi quando è toccato a lui, Skorupski si rivela portiere determinante a Empoli. Per non parlare degli attaccanti mandati via, inutili a Roma e che hanno fatto fortuna altrove. Ljajic sta dando un contributo fondamentale all’Inter capolista. Destro, che la Roma ha aspettato fin troppo e poi mandato via per la disperazione, non solo ha infierito (anche sguaiatamente) contro la sua ex squadra nella partita di calcio saponato al Dall’Ara, ma ha appena rifilato due pappine al Napoli: miglior difesa del campionato. Finita? Macché: stagione fantastica di Sanabria (ieri tripletta), Doumbia, Astori, Paredes fino al giovane Pellegrini (ex Primavera giallorossa venduto a titolo definitivo) che ha messo la firma sul risultato pesantissimo con il quale Di Francesco (altro uomo del rimorso) ha steso il suo vecchio amico Montella. L’aeroplanino, almeno lui non è un rimpianto: tre ko in tre partite. Grazie Vince’... romanista vero, almeno tu.
IL GIORNALE (T. DAMASCELLI)
[...] Il caso vuole che il prossimo turno metta di fronte Napoli e Roma, altri coinquilini, e dunque sarà una domenica pre natalizia in molti sensi, per capire chi meriti il regalo, anche perché queste ultime due hanno molti motivi per scuotersi, il pareggino romanista e la scoppola napoletana fanno prevedere una sfida asperrima, mi fido di Sarri, un po' meno di Garcia anche se entrambi si sono iscritti al circolo dei lamentosi. Della Juventus si sa, molto, non tutto. E' staccata sette punti dalla prima ma ha saputo recuperare otto punti sulla Roma che l'aveva presa a schiaffi nello scontro di-retto. Una nota a margine merita Edoardo Edy Reja che dovunque passi non lascia gramigna ma fa crescere fiori. La "sua" Atalanta è così normale come lo era la "sua" Lazio. La normalità non fa notizia ma fa classifica.
IL FATTO QUOTIDIANO (O. BEHA)
[...] Gioca bene, la Juve? Meno degli anni passati, ma abbastanza per incutere timore nelle quattro che la precedono, anche perché ultimamente la Champions ha funto da stimolo e non da fattore di rallentamento tra i confini. Prende pochi gol, fa quelli necessari. Il contrario della Roma, ancora in bilico in Champions, con un clima societario sempre movimentato (mentre alla Juve Andrea Agnelli sembra pacificato nei sensi e nei redditi svizzeri...) che di gol ne ha fatti tanti ma mai abbastanza da sorvegliare le partite. Resta a disposizione di Garcia una rosa di ottima qualità. Il Napoli è caduto sul più bello a Bologna, quasi appunto gli scottasse la leadership, ma è pur sempre una squadra equilibrata che può arrivare fino in fondo. Ha Higuain...
LA STAMPA (G. GARANZINI)
Un mese fa, al di là dell'esatta classifica del momento, sembrava delinearsi in prospettiva un testa a testa tra Napoli e Roma: con il permesso di Inter e Fiorentina. Oggi, sempre con il permesso della Fiorentina e con il Napoli da terzo, autorevolissimo, incomodo, il duello che si profila è tra Inter e Juve. Domenica sera, dopo Napoli-Roma e soprattutto Juventus-Fiorentina, ne sa-premo di più. Anche perché l'Inter avrà nel frattempo giocato a Udine, su di un campo tornato a essere insidioso. Ma il bello di questo campionato è che al di là dei risultati, e delle apparenze, bisogna saper cogliere i segnali: per esempio quelli, chiarissimi, del secondo tempo di Napoli-Inter che hanno trovato puntuale riscontro alla prima occasione. Sia per l'Inter, ritornata a vincere con il minimo scarto ma con ben diversa autorevolezza rispetto al passato. Sia soprattutto per il Napoli, il cui interruttore -mentale - si era spento sul raddoppio di Higuain che sanzionava il sorpasso, e il ritorno al vertice dopo 25 anni, e si è forse riacceso sol-tanto nel finale di Bologna con un'altra, doppia prodezza di Higuain. Ma avendo nel frattempo prima rischiato l'osso del collo contro l'Inter in dieci, e poi preso tre gol dal Bologna. Detto che l'Inter è stata rivitalizzata da Llajic così come il Bologna da Destro, cui la Roma ha preferito ri-spettivamente Iturbe e Dzeko, perché Inter-Juventus? Per due ragioni innanzitutto. La prima è che hanno trovato, Inter, e ritrovato, Juve, una grande saldezza difensiva. La seconda è che dispongono entrambe di una rosa che consente grande varietà di soluzioni, e in questa prima parte di stagione hanno avuto modo di collaudarle: basti pensare che l'Inter ha trovato il modo di fare a meno, al momento, di Icardi, senza risentirne anzi guadagnandoci, mentre la Juve usa col contagocce una punta come Morata. È vero che il Napoli, al suo meglio, è più brillante dell'una e dell'altra: ma il peso di un solo giocatore, Higuain, non ha riscontro nelle due rivali: e si sa che con tutti gli scongiuri del caso 38 partite a questo stratosferico livello sono improbabili, se non impossibili. Impossibile era, secondo fior di togati opinionisti, il rientro in corsa della Juventus. Adesso son lì a ritocca-re, con qualche imbarazzo, i loro exit-poll.