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Edin non si ferma più

15/11/2015 alle 13:58.
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IL MESSAGGERO (S. CARINA) - È riemerso dalla nebbia quando qualcuno aveva già iniziato a storcere il naso. La rete che tiene ancora in corsa la Bosnia per i prossimi campionati europei, segnata con una visibilità minima, conferma che è tornato. Probabilmente aveva soltanto bisogno di tempo, di adattarsi ad un calcio diverso da quello giocato in Premier, senza dimenticare l’infortunio che lo ha tenuto fermo un mese. Ancora un gol, il terzo consecutivo considerando il Bayer Leverkusen e la Lazio che fanno calare il sipario sulle critiche (velate e non) che Edin ha iniziato a ricevere dal 30 di agosto. Quel volo sotto la , dopo aver superato Buffon, anziché trasformarsi in un trampolino di lancio era diventato una palude dove affondare, minuto dopo minuto, passo dopo passo, tiro dopo tiro. Perché dopo la rete alla sono trascorse altre 10 gare prima del nuovo sigillo, in . Poi il rigore del vantaggio nel derby e venerdì l’acuto che tiene viva la speranza di una nazione di quasi 4 milioni di persone che vuole coronare il sogno di partecipare per la prima volta ai prossimi europei.

IL RITORNO Bastava aspettarlo. Il mini-filotto iniziato in è il segnale di una ritrovata costanza. Edin, sia con la Bosnia che con la Roma, è chiamato a fare la differenza. Lo sa lui per primo, anche quando le cose non andavano per il meglio: «Sto lavorando molto per la squadra? È vero ma io devo segnare i gol, questo è il mio lavoro». Detto, fatto. Non gol banali in partite virtualmente chiuse ma reti decisive: il 2-0 alla e al Leverkusen, l’1-0 alla Lazio e l’1-1 l’altra sera contro l’Irlanda. Da queste quattro gare passano sia i sogni della Roma (in campionato e in ) che della sua nazionale. lo aspetta. Sa che per una volta la fatica non peserebbe nelle gambe e nella testa se Edin tornasse a Trigoria con la qualificazione in tasca. Anzi, potrebbe essere la molla decisiva per riaverlo al meglio in campionato. Perché è inutile nascondersi, l’obiettivo stagionale – low profile omeno – è lo scudetto: «Adesso la cosa più importante è giocarsi lo scudetto, perché abbiamo il gruppo giusto per farlo», ha ammesso l’altra sera il compagno di squadra , dopo il 3-1 all’Italia. Farlo con questo , sarà più semplice, soprattutto ora che vede la porta anche in una coltre di nebbia. Se poi al bosniaco dovesse unirsi la , il cerchio sarebbe completo: «Bisogna distinguere tra i tifosi, che sono la maggior parte, e altri che non so come definire. Considero sacrosante certe rivendicazioni, tuttavia tornino e si comportino nella maniera giusta. Si accorgeranno che le istituzioni accetteranno di rivedere certe posizioni», ha detto ieri . E sul futuro, il apre al rinnovo: «Mi sento ancora un calciatore. Se decidessi di continuare a giocare vorrei farlo nella Roma. Deciderò insieme al club».

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