CORSPORT - Intervistato dal quotidiano, l'attaccante della Roma Edoardo Soleri ha parlato del suo esordio in Champions League: “Un’emozione unica e indescrivibile. Non ci credevo. Era pronto Ucan, poi abbiamo segnato il gol del 3-2 e sono entrato io. Ringrazio il mister per la grande opportunità che mi ha dato. Messaggi? Il più bello è stato sicuramente quello dei miei genitori, erano contentissimi. Mi hanno fatto i complimenti, ma mi hanno detto che la strada è ancora lunga e di rimanere con i piedi per terra. Dedico a loro questo momento. Mia madre fa tanti sacrifici per portarmi su e giù a Trigoria, ore e ore ad aspettarmi da sola in macchina”.
Il suo futuro poteva essere lontano dall’Italia: "Quando mi sono trasferito in Argentina ero molto piccolo, poi in Brasile ho giocato nel Jockey Club, il calcio lo vedevo ancora solo come un gioco. Da piccolo tifavo Santos, perché c’erano Robinho e Diego. Mio fratello Alessandro è un terzino sinistro, gli auguro di fare lo stesso percorso mio, anche se non lo vedo molto convinto”.
La Roma ha spinto per averlo, superando la concorrenza di tanti club: "Mi volevano diversi club, ho fatto anche un provino con il Bologna. Poi è arrivata la chiamata della Roma dove sono stato 15 giorni. Quando mi hanno preso ho capito che il calcio sarebbe potuto diventare qualcosa di più importante di un semplice divertimento. All’inizio ho avuto difficoltà, non è stato facile il salto dai dilettanti ai giallorossi. Giocavo centrocampista centrale, lì c’era competizione ed io ero la terza o quarta scelta. Quel periodo mi ha fatto crescere tanto".
Sul cambio di ruolo: "Ringrazio mister Muzzi che mi ha messo in quella posizione, è quella che mi si addice di più. Con De Rossi stiamo andando bene, la nostra Primavera è una grande squadra che merita palcoscenici importanti. L’obiettivo è arrivare fino in fondo in tutte le competizioni".
Sugli impegni con la nazionale e il futuro: "Contro la Macedonia perdevamo 2-1, sono entrato io e abbiamo vinto. Questa Italia se la può giocare con tutti, non abbiamo paura di nessuno. Serie A? Certo, ci penso. Ora però mi concentro sull’Under 19 e sulla Primavera. Scuola? Voglio diplomarmi e iscrivermi alla facoltà di Economia. Sono stato educato seguendo i valori che insegna lo sport, quelli non si imparano sui banchi di scuola. Dzeko lo seguivo dai tempi del Wolfsburg, avendo un fisico uguale al suo cerco di rubare con gli occhi in allenamento le sue qualità. Come punti di riferimento mi piacciono anche Toni e Lewandowski".