LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - Qual è il limite che separa un fallimento dal successo? Roma e Lazio non sono due squadre che solitamente partono col vento in poppa e la certezza assoluta di un obbiettivo. La Roma si pone un traguardo virtuale - la Champions, lo scudetto.. - ma raramente si sbilancia, usa prudenza. Per questo colpisce Jim Pallotta: «Siamo una squadra da scudetto». Sicuro? Lo dice per responsabilizzare allenatore e squadra? Forse, e probabilmente lo pensa davvero. La Lazio quasi mai parla di obbiettivi, così da poter dire poi che ciò che è stato conquistato è tutto di guadagnato. Garcia lo scorso anno si giocò la fiducia e quasi il posto sulla sparata «sono sicuro che vinceremo lo scudetto» e per poco non finì sorpassato dalla Lazio.
Oggi parla di «crescita progressiva» e necessità di «non avere grandi infortuni come Castan e Stroot-man». Tanto oscillare o tanta prudenza sono in realtà la fotografia di una realtà: le vittorie e i trionfi di Roma e Lazio ( storicamente pochi ) dipendono spesso dagli altri. Ma il fatto che ora un po' tutte le grandi big stiano venendo meno - soprattutto Juve e Milan - mette ancora più pressione alle romane e in particolare alla Roma. E se ne approfittassero gli altri - il Napoli o la Fiorentina - o se addirittura la Juve recuperasse e vincesse, saremmo di fronte a un imbarazzante automartellamento in stile Tafazzi