Florenzi d'Italia principe azzurro

15/10/2015 alle 14:48.
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IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - C’è un interrogativo che, da settimane, se non da mesi (anni?), rimbalza dalle case agli uffici, dalle redazioni dei giornali ai bar di ogni angolo della penisola: chi è, oggi, ilmiglior calciatore italiano? La risposta, qualche tempo fa, sarebbe stata semplice; anzi, ci sarebbe stato perfino l’imbarazzo della scelta. Se, ad esempio, si fosse presa in blocco la Nazionale campione del mondo nel 2006, oltre a Fabio Cannavaro Pallone d’Oro, almeno altri cinque, sei azzurri avrebbero meritato di salire sul podio del movimento nostrano. Oggi, invece, si fa più fatica: gli eroi di Berlino sono invecchiati, a dire il vero alcuni benissimo, e il discorso sulNumero 1 italiano deve per forza di cose essere riservato a giocatori più giovani. E, allora, via all’identikit. Dopo la partita di Baku, assente Marchisio, tutti a dire: come Verratti oggi non c’è nessuno. Giusto. Dopo la sfida dell’Olimpico alla Norvegia, assenti Marchisio e Verratti, titoli, titolini e titoloni per Alessandro . Giusto anche in questo caso.

CORAGGIO, ALTRUISMO E FANTASIA Se un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia, sul podio italico ci sta. E ci stapurebene.Alcocco dinonnaAurora, del resto,non manca nulla per poter ambire all’etichetta di migliore: non sarà il primo, forse, ma di certo non è il terzo.Luidovelo metti gioca,egioca bene. Dopo la partita della Roma contro il , Daniele DeRossi si è sbilanciato: «Diventerà il più forte al mondo». E, per riconoscenza, Ale l’altra sera all’Olimpico ha indossato la 16 di DDR. Poi, però, il ct Contelo ha impiegatoda intermedio, e ha fatto un partitone, anche perché spesso e volentieri si è trasformato in attaccante esterno. Qui non si tratta di esser o meno un “tappabuchi”: la verità è che è talmente bravo (coraggioso, altruista e fantasioso) da rendere semplice tutto ciò che fa. Non (più) un jolly, ma un operaio specializzatissimo. Che, di questi tempi, non è sicuramente una diminuzio; anzi. Se mai, fa sorridere constatare che Super Ale per è ormai un esterno basso mentre per è un centrocampista, anche se nell’elenco dei convocati il nomedel ragazzo di Vitinia era stato inserito tra i difensori. Insomma, il suo ruolo vero non è ancora definito, ma questo non gli impedisce di essere quasi sempre protagonista. Il gol alla prima di campionato a Verona poi quello di Palermo, giusto prima della sosta azzurra; e tra i due, la perla di contro il , quel cucchiaione da 55 metri al malcapitato ter Stegen.

PROFESSIONE BANDIERA Da Bruno Conti a Giannini, da a fino a , la Roma e l’Italia continuano ad avere un filo comune, come se la Lupa fosse pitturata con tre colori. Visto l’andazzo, Ale appare destinato a raccogliere l’eredità dei suoi compagni di merende anche nel club di Trigoria. A ventiquattro anni (abbondanti) e con la fede all’anulare, è ormai diventato uomo e, in quanto tale, pronto ad assumersi ogni tipo di responsabilità. Il management di , qualche mese fa, l’ha trattato (economicamente) da big, quindi non gli manca nulla per sentirsi importante e far sentire importante la sua Roma. Sarebbe bello se, nel segno della continuità, la Roma seguitasse ad avere una bandiera a rappresentare i suoi valori. Dai Giovanissimi agli Allievi e poi dalla Primavera alla prima squadra, ha già attraversato, senza paura, tutte le strade lastricate di giallo e rosso: ora, forte di quelle esperienze, va alla conquista dell’Italia. E, tra qualche mese, pure della Francia. Sempre con il sorriso sulle labbra e la voglia di dare una mano, senza chieder nulla in cambio. Vi pare poco?