IL TEMPO (A. AUSTINI) - Giocarla è già un successo. Evitare una figuraccia l’unico dovere. La Roma ospita all’Olimpico il Barcellona dei fenomeni per un esordio da brividi in Champions. Messi, Neymar, Suarez, Iniesta, Pique: bastano i nomi degli avversari per capire come l’obiettivo sia innanzitutto limitare i danni. Tutto il resto sarà guadagnato, perché la qualificazione dei giallorossi passa per le sfide contro Bayer Leverkusen e Bate Borisov.
Nella testa dei 60mila presenti stasera allo stadio (seggiolini vuoti solo nel settore ospiti e cancelli aperti dalle 18.15) aleggerà un fantasma ben riconoscibile: il 7-1 subito dal Bayern un anno fa. Garcia prova a esorcizzarlo: «Non abbiamo subìto danni da quella partita, a gennaio eravamo comunque secondi in campionato. È vero però che ci deve servire per crescere». L’atteggiamento di questa vigilia è meno spavaldo. «Sappiamo che il Barcellona è una squadra immensa - spiega Rudi - se non è la migliore del mondo, poco ci manca. Giocheremo con umiltà ma anche con ambizione: vogliamo fare risultato».
C’è un solo modo per riuscirci: limitare il più possibile le giocate dei tre tenori dell’attacco di Luis Enrique e poi provare a colpire negli spazi, «ma non esiste un piano anti Messi - assicura l’allenatore giallorosso - come non esiste per gli altri giocatori loro. Le cose giuste le dovremo fare tatticamente, soffrendo e aiutando il compagno. Sarà importante giocare come un collettivo. Non intendiamo lasciare il campo tutta la partita al Barcellona, anche se in certi momenti saremo costretti a farlo. Dovremo essere bravi a sorprenderli quando si potrà e far uscire la palla dalla nostra metà campo contrastando la loro qualità principale che è il pressing».
Nessuna anticipazione sul modulo, di sicuro non vedremo Totti e Dzeko in campo insieme. «Abbiamo almeno due piani partita e la squadra è pronta a cambiare in corsa». Un dubbio riguarda il partner di Manolas al centro: Rudiger o De Rossi arretrato? «Il primo - ricorda Garcia - è arrivato infortunato e sta ancora facendo la preparazione. Per Castan è più complicato visto che non ha giocato un anno intero e ha bisogno di allenamenti Stiamo tranquilli perché anche De Rossi ci può dare una mano». Davanti tornano Dzeko e Salah. All’egiziano Rudi ricorda che «deve ancora imparare a pieno il nostro gioco. Ma ha velocità e tecnica: nel calcio moderno queste qualità fanno la differenza».
Come dovrà farla in mezzo al campo Nainggolan, pronto alla battaglia contro Iniesta & Co. «Sarà difficile - dice Radja - ma noi abbiamo una difesa forte e se lavoriamo tutti quanti l’uno per l’altro possiamo fare bene. Sappiamo di affrontare una grande squadra, però se pensassimo troppo a loro non faremmo il meglio per noi. Nell’amichevole di agosto al Camp Nou tanti miei compagni erano emozionati e ora che sarà una partita ufficiale speriamo di fare meglio. Saranno decisive soprattutto le altre gare del girone, mentre contro il Barcellona l’importante è fare il risultato almeno in casa».
Ci crede anche il presidente Pallotta, che la seguirà da lontano. «Se giocheremo una gara tatticamente giusta, potremo batterli». Quindi si esprime su Dzeko e Totti: «Edin è il centravanti che mancava alla Roma da 10-12 anni. Abbiamo un grandissimo come Totti, ma avere uno come il bosniaco diverso. Quanto a Francesco, è ancora in gran forma - aggiunge Pallotta - speriamo che possa restare con noi per il resto della sua vita. Non ci ha mai detto che vuole fare l'allenatore, tra l'altro, non è semplice passare direttamente dal campo alla panchina». Quella dove intanto dovrà sedersi stasera. Ma da giocatore pronto a dare il suo contributo.