GASPORT (A. PUGLIESE) - Forse è un segno del destino. O forse solo il modo di riscattarsi fino in fondo, cancellando una delle sue poche pagine amare in giallorosso. Sta di fatto che Morgan De Sanctis torna titolare proprio con quel Sassuolo contro il quale la scorsa stagione (quasi dieci mesi fa, 6 dicembre 2014) fu vittima di uno scivolone clamoroso: retropassaggio di Yanga-Mbiwa, stop a seguire di destro e rinvio rimpallato da Zaza, con la palla che si infila con una carambola beffarda alle sue spalle. Basterebbe questo per fare tutti gli scongiuri del mondo, se non fosse che accanto a qualche errore De Sanctis nelle due stagioni giallorosse ha collezionato anche tante cose belle. E da quelle vuole ripartire, ora che il destino gli ha riconsegnato la maglia da titolare. Almeno per un po’, fino a che Szczesny non recupererà dall’infortunio alla mano sinistra (lussazione al dito anulare).
RUDI SERENO «Siamo fortunati ad avere due numeri uno di grande livello, con De Sanctis possiamo dormire sonno tranquilli — ha detto ieri Garcia — Che Szczesny fosse un portiere di talento ed esperienza lo sapevamo. Ma un dito per un portiere è fondamentale, non si può rischiare. Lasciamogli tutto il tempo di recuperare con calma». Già, anche perché con De Sanctis la Roma può dormire davvero sonni tranquilli, quella di Garcia non è una frase fatta. Basti vedere con che impatto è entrato in gara mercoledì scorso, contro il Barcellona. E con che entusiasmo l’ha accolto l’Olimpico. Applausi e incoraggiamenti, qualcosa che forse Morgan si aspettava ma di cui non era sicuro fino in fondo.
PARADOSSI E CONFERME Già, perché il paradosso di questi giorni è che in città serpeggia una velata malinconia per l’infortunio di Szczesny (convocato, nonostante tutto, dalla Polonia per le partita contro Scozia e Irlanda dell’8 e 11 ottobre). Come dire, proprio ora che avevamo trovato un portiere decisivo la sfortuna si è accanita ancora una volta contro di noi. Ed è proprio a questi focolai di diffidenza che De Sanctis si rivolgerà da oggi. Con il suo solito carattere, con la sua solita personalità. E con quella sicurezza che gli nasce da venti anni di carriera e da tante parate disseminate un po’ ovunque, l’ultima delle quali (decisiva) proprio su Iniesta mercoledì scorso, fondamentale per mettere al sicuro il pareggio contro il Barcellona in Champions League.
LA SFIDA Garcia fin dall’inizio ha sempre parlato di due portieri alla pari, che si equivalgono e che lo avrebbero costretto a scegliere di partita in partita. Di fatto, però, poi la scelta è sempre stata ad appannaggio di Szczesny e mai di De Sanctis. Morgan adesso ha davanti a sé almeno 5 partite per riprendersi la scena e ribaltare i pronostici. Il Sassuolo oggi, la Sampdoria mercoledì prossimo, poi il Carpi in casa, il Palermo fuori e la gara di Champions in terra bielorussa, contro il Bate Borisov. Cinque gare per riequilibrare i valori. Poi, quando Szczesny sarà ancora in campo si capirà se in quelle parole Garcia ci crede davvero o meno. Intanto il cerchio di Morgan si è chiuso. Si riparte proprio dal Sassuolo, anche se Zaza non c’è più.