IL TEMPO (E. MENGHI) - Per uno abituato ad affidarsi ai saggi, in campo e nello spogliatoio, non dev’essere semplice mandare in panchina i big. A Garcia quest’anno tocca il difficile compito di gestire personalità forti ed importanti come quelle di Totti, Maicon e De Sanctis, per nulla avvezzi al ruolo di riserve. Tutti e tre sono fermi a 0 minuti dopo le prime due giornate di campionato e hanno voglia di giocare, ma nei rispettivi ruoli la concorrenza è aumentata e l’età ha fatto il resto.
Solo il brasiliano potrebbe battere cassa, perché il terzino destro titolare è in verità un adattato, Florenzi, ma un risentimento muscolare e la condizione fisica carente hanno portato l’allenatore francese a lasciarlo fuori finora. Maicon ha smaltito l’infortunio e confida di essere utilizzato nel possibile turnover a cui Garcia ricorrerà tra Frosinone, debutto in Champions e sfida al Sassuolo.
Perché dopo la sosta arriva la prima settimana piena della stagione e allora sì che i senatori potrebbero tornare utili. Ma alla panchina, prima o poi, dovranno abituarsi comunque. De Sanctis si allena con la stessa intensità di prima, ma l’arrivo di Szczesny l’ha un po’ spiazzato, perché pensava di poter essere protagonista almeno per un altro anno. D’altronde, Morgan ha vissuto gli ultimi 13 anni da numero uno, fatta eccezione della parentesi al Siviglia nel 2007-08: ha iniziato con l’Udinese a 25 anni, ora che ne ha 38 si trova a fare il secondo e la cosa non gli fa certo piacere. Spera, in cuor suo, di potersi riprendere i pali in Europa, ma l’alternanza col polacco non è stata programmata e potrebbe doversi accontentare di giocare in Coppa Italia. Garcia non ha garantito a De Sanctis la porta contro il Barcellona, lui proverà a guadagnarsela.
Ma in Champions ad avere più esperienza, nonostante i 13 anni in meno, è proprio Szczesny, che ha sul curriculum 23 presenze con l’Arsenal più 6 nelle qualificazioni per un ammontare di 2.458 minuti, mentre Morgan ne ha collezionati 1.920 tra Udinese, Napoli, Siviglia e Roma. Il polacco è riuscito a mantenere la rete inviolata 15 volte, l’italiano solo 5. Le statistiche raccomanderebbero a Garcia di continuare con il nuovo acquisto, ma i fattori da calcolare sono anche altri e De Sanctis mantiene una chance di sfidare Messi e compagni all’Olimpico il 16 settembre.
Il capitolo Totti fa storia a sé: il capitano è stato il primo a festeggiare l’arrivo di Dzeko, top player riconosciuto tale anche da lui, ma dall’altra parte spera di trovare spazio dal 1’ nelle prossime gare. Perché a conti fatti il numero 10 romanista brilla meno a partita in corso e gli riesce meglio cominciare, piuttosto che finire, perciò una volta che si accomoda in panchina è più propenso a restarci. Il bosniaco finora ha giocato 179 minuti ed è stato sostituito solamente nel recupero di Roma-Juventus, uno scampolo di match troppo breve per uno come Totti. Ecco perché Garcia si era affidato agli esuberi Ljajic e Ibarbo, venduti il giorno dopo. La convivenza con Dzeko non è impossibile, ma è da verificare e fare le prove contro il Barça sembrerebbe quantomeno azzardato. A Rudi spetta il compito di gestire quest’intrico di situazioni e dovrà farlo da solo, perché – nonostante il parere dei senatori conti sempre molto – il famoso consiglio dei saggi non esiste più.