CORSERA (L. VALDISERRI) - Al 31’ del primo tempo — con il Barça in vantaggio per un gol di Suarez che aveva fatto imbestialire Garcia e lo stadio Olimpico (contatto casuale e comunque non fischiato tra Messi e Digne che resta a terra; assist di Rakitic per il Pistolero che segna sul confine dell’offside) — Alessandro Florenzi è stato assalito da una domanda: come finire sui giornali di tutto il mondo facendo qualcosa di più clamoroso del bacio alla nonna in tribuna dopo la rete segnata al Cagliari (23 settembre 2014). Un gol da centrocampo gli è sembrata la risposta giusta. Ha visto Ter Stegen fuori dai pali e ha scaricato un destro che sembrava una follia solo da pensare. Un tiro che poteva immaginare Totti (in panchina) o Pjanic (infortunato). E il pensiero è diventato gol con Ter Stegen che ha provato a correre all’indietro come chi vede per la prima volta un’onda oceanica venirgli addosso. In una partita con tante storie (De Sanctis che entra dalla panchina a freddo e gioca alla grande; Messi che fa la cosa più bella a fine gara quando va lui a salutare Totti; Garcia che scaccia i fantasmi del Bayern Monaco) resta questa la più bella. Il punto che la Roma si conquista nella sofferenza, difendendosi quasi sempre con 9 uomini dietro la palla, è meritato proprio perché i giallorossi sono andati oltre i loro limiti. Il Barça resta la squadra più forte, ma non sempre il più forte vince.
Garcia conferma Ruediger al centro della difesa accanto a Manolas, lasciando De Rossi a centrocampo. Una scelta difensiva, visto che DDR gioca praticamente da quinto difensore. Castan non è nemmeno in panchina, dove invece c’è Francesco Totti, che ancora una volta non ha potuto affrontare Messi in campo in una partita ufficiale. La Pulce gioca invece la sua gara numero 100 in Champions. La sorpresa di Luis Enrique, applaudito soprattutto dalle tribune, è Mathieu e non Mascherano accanto a Piqué. Una mossa per alzare l’altezza media della difesa e contrastare Dzeko sulle palle alte. Salah è la chiave offensiva preparata da Garcia. Mentre Iago Falque sta sulle sue, aiutando sempre Digne che ha Messi sulla sua fascia, l’egiziano attacca con continuità Jordi Alba e Mathieu. La cosa più difficile è, dopo una volata di 40 metri, avere l’ossigeno anche per fare la fase difensiva in quello che è, a tutti gli effetti, un 4-5-1. La partita è più intensa che bella. Messi alza di poco un gran tiro da 20 metri, Dzeko risponde con una gran giocata a metà campo con cui salta Piqué, si invola verso la porta ma non trova l’assist per Salah. Al 9’ la Roma passa Capo Robben, come se fosse lo stretto di Magellano. Era a quel minuto che, il 21 ottobre 2014, l’olandese segnò il primo dei 7 gol del Bayern Monaco all’Olimpico. Il gol del Barça, al 21’, lascia a Garcia il sospetto che l’arbitro Kuipers non lo ami, Florenzi, 10 minuti dopo, ridà il sorrisi a tutto con la sua lucida follia. La ripresa è sofferenza pura, con due picchi clamorosi: l’infortunio di Szczesny, killerato da Suarez (sospetta frattura di due dita), e il salvataggio sulla riga di Manolas al 48’. Giusto così. Forse il Barça meritava di vincere, di sicuro la Roma non meritava di perdere.