GASPORT (A. PUGLIESE) - Prima De Sanctis, poi Maicon, infine Gervinho e Garcia. Ad inizio partita sembrava un unico filo conduttore, con i fischi dell’Olimpico al lancio dei loro nomi. Quel filo conduttore però si è capovolto al 90’, quando – chi per un motivo chi per un altro – tutti e quattro si sono presi una rivincita. Trasformando i fischi in applausi, lo scetticismo in entusiasmo e i brutti ricordi in dolci pensieri. De Sanctis con il rigore parato, Maicon con l’assist per Digne, Gervinho con una prestazione da prima repubblica garciana e lo stesso Garcia con 5 gol che non arrivavano da 2 anni (5-0 al Bologna, 29 settembre 2013).
SENZA EQUILIBRIO Da indesiderati ad eroi. O giù di lì. Con la solita altalena di sensazioni che a Roma può fare la differenza. «È stata una settimana in cui non sono stato messo nelle condizioni ideali per allenarmi – dice De Sanctis –. Il calcio è così, soprattutto a Roma e Napoli, bisogna accettare il fatto che i tifosi pretendano tantissimo. Ma devono capire che solo con l’equilibrio nei giudizi e nella passione si può avere un ambiente vincente. E che gli sforzi di giocatori e società devono essere accompagnati dal loro entusiasmo». Ecco anche perché dopo il rigore parato, Morgan si è lasciato andare ad uno show personale. Riferito proprio ai tifosi: «Io sono esperto e riesco a somatizzare le critiche, ma se questa pressione va sui più giovani il potenziale della squadra si perde. I tifosi devono avere equilibrio. Perché noi abbiamo un obiettivo finale, da festeggiare tutti insieme».
SCOSSA MORALE Garcia, però, la pensa in modo diverso. E quando gli chiedono di un ambiente che lui stesso definì il più difficile del mondo, sposta il tiro: «Morgan ha ragione sul fatto che dobbiamo avere consapevolezza dei nostri mezzi e metterli sempre in campo, cosa che non sempre ci è riuscita». Ed allora meglio godersi un Gervinho tornato al gol in A dopo quasi un anno di astinenza (l’ultimo fu il 30 novembre 2014 all’Inter). «Sappiamo che lui può fare grandi cose sul piano offensivo – dice Garcia –. Ora ha ritrovato fiducia e per un attaccante questo è fondamentale». Il modo migliore per rispondere ai fischi. «Non fanno mai piacere, ma vuol dire che i tifosi si aspettano molto da me – dice l’ivoriano –. Avevo voglia di giocare e dimostrare di essere il Gervinho di sempre. Quest’anno abbiamo un super attacco, è tutto più semplice». Chissà allora se sarà semplice anche rimettere in panca Maicon. Ieri il brasiliano ha alternato cose belle ed altre meno. Magari in Champions, martedì in Bielorussia, tornerà a disposizione Florenzi e il brasiliano si risiederà di nuovo. Intanto, però, facile che quei fischi lo abbiano scosso nel morale. Fino al cross per Digne, la sua rivincita personale.