IL TEMPO (G. GIUBILO) - Non si ferma, il campionato, come avviene per le uggiose parentesi delle Nazionali che restituiscono campioni a pezzi. Ora si limita di fronte a scenari ben più maestosi, a modificare qualche orario e stabilire qualche anticipo perché da oggi partono le avventure più affascinanti della stagione.
La Grande Europa che compie i suoi sessanta anni di vita (la prima Coppa dei Campioni si è giocata nel 1955-56), ma anche quella piccola che impone disagi logistici maggiori ai programmi nazionali. Problema molto avvertito in Italia, in altri prestigiosi campionati, soprattutto in Inghilterra e in Germania, un giorno di pausa basta e avanza.
Le due italiane guardano alla Champions con particolare interesse, anche perché l’appuntamento finale è fissato a Milano e pazienza se gli stadi di casa non sempre portano fortuna: sulla Roma ancora alleggiano i fantasmi del Liverpool. Per Juventus e giallorossi, tra oggi e domani, un avvio terrificante, affrontato però con umori diversi. I campioni d’Italia hanno avuto in sorte un girone infernale: dal Manchester city, imbattuto capolista della Premier League, al Sevilla collezionista di coppe al ‘Gladbach, per altro lontano dalle glorie passate. Un ostacolo durissimo, la trasferta inglese, per una Juve che stenta molto nella sua opera di ricostruzione. Dopo quattro campionati vinti e una finale di Champions combattuta a testa alta, ha dovuto sostituire campioni come Pirlo, Tevez e Vidal. Poi si sono aggiunti infortuni pesanti a spiegare in qualche modo una classifica da film dell’orrore, un punto in tre gare e pochi segnali di progresso. A Manchester ci vorrà un sussulto di orgoglio, la Roma vi aveva sfiorato l’impresa, ma ora il morale dei bianconeri è sotto i tacchi. Anche se agli inglesi mancherà Aguero.
Domani sarà il turno della Roma che ha il solo vantaggio di giocare contro pronostico perché all’Olimpico scenderanno i detentori del trofeo, guidati da quel Luis Enrique che nella capitale era stato perfino snobbato. Ora il suo Barça sta dominando la Liga ed è appena andato a battere l’Aletico al Calderon. Nonostante Messi si fosse presso una mezza vacanza per paternità, risolvendo comunque la sfida a sua maniera, la Roma ancora troppo altern, dovrà mostrare, per coltivare un filo di speranza, la sua versione di lusso, stavolta non basterà la felice sorte della trasferta di Frosinone.
Fa particolarmente paura in questa sessantesima edizione della massima competizione calcistica continentale, la legione spagnola, che si presenta al via con cinque formazioni, qualcuna di qualità sicura e due autentiche corazzate: non soltanto il Barcellona che si era assicurato lo scettro regale ai danni della Juventus, ma anche il Real Madrid, sulla cui panchina Rafa Benitez è stato chiamato a raccogliere la pesante eredità lasciata da Carlo Ancelotti rimasto nel cuore di tutti i tifosi dei merengues.
Ma ci sono pretendenti altrettanto ambiziosi e titolati. L’Inghilterra ritrova un Manchester United dopo un anno di vacanza forzata, ma ha diritto al primo piano anche il Bayern di Pep Guardiola anche se il tecnico spagnolo non sembra più tanto in sintonia con la società. Fin qui poco fortunato in Europa, ci riprova il ricchissimo Psg di Blanc con tante presenze italiane ma soprattutto con l’eterno Ibra. Poi, come sempre accade, potranno uscir fuori le sorprese: in genere le squadre che hanno deluso in campionato ma che in campo internazionale ritrovano di colpo i loro motivi migliori.
Da giovedì sarà il turno del nostro terzetto di Europa League. Per Napoli, Lazio e Fiorentina impegni non proibitivi, specialmente per i bianco celesti con gli ucraini del Dnipro