GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Di questi tempi, a Roma, magari non è il caso di parlare di re e di principi. Di calciatori dall’ingaggio principesco però sì e da un paio di mesi Radja Nainggolan è entrato a pieno diritto nella categoria – anche economica – dei top player: 3,5 milioni netti a stagione più bonus facili, terzo giocatore più pagato della rosa dopo De Rossi e Dzeko (ufficiosamente, perché da 3 anni il club giallorosso non comunica gli stipendi), un riconoscimento importante per quanto ha dato in campo nei suoi primi 18 mesi romani e, soprattutto, per quanto potrà ancora dare.
LEADER Il contratto scade nel 2020 (circa 40 milioni lordi), la Roma lo ha blindato perché lo considera un punto fermo del presente e del futuro, prima di tutto per il suo apporto in campo: per strapparlo al Cagliari sono serviti 18 milioni in 3 rate (3 per il prestito, 6 per la prima metà, 9 per la seconda), oltre a quelli «caricati» sul cartellino di Ibarbo per mettere a bilancio il 30 giugno una cifra sostenibile. Il colombiano, se verranno raggiunti tutti i bonus e la Roma lo acquisterà a titolo definitivo, arriverà a costare 21.5 milioni ed è inevitabile che una parte di questi siano da considerarsi parte del valore di Nainggolan. «Un leader vero», il belga di origine indonesiana, come ha avuto modo di dire il presidente Pallotta ai dirigenti quando bisognava autorizzare una spesa importante per riscattarlo.
TWEET E GOL D’altronde, nella Roma che riprende oggi il campionato con lo stesso centrocampo della scorsa stagione, a Radja saranno chiesti ancora una volta gli straordinari: 46 partite nel 2014-2015 (e 5 reti, record per lui), a cui ne vanno sommate altre 6 (con 2 gol) col Belgio di cui, dopo l’esclusione dal Mondiale, è diventato uno dei punti fermi. Lo è anche su Twitter, dove ha più di 300mila follower: ai tifosi della Roma piace il suo essere diretto, con gli avversari litiga per lo stesso motivo, ma generoso come è in campo lo è anche sul web, tanto che è stato l’unico giocatore a salutare pubblicamente l’ex preparatore Rongoni: «Meritato riposo – ha scritto a giugno poco prima di andare in vacanza – dopo una stagione vissuta a 100 all’ora. Grazie Paolo per avermi supportato, anzi no, sopportato». Non tutti a Trigoria hanno gradito, ma Nainggolan è così, prendere o lasciare.
MAI ROSSO D’altronde, che alla fine sotto la cresta che cambia colore come cambiano le stagioni (bionda, rossa e nero corvino solo per citare le ultime) e sotto la montagna di tatuaggi che lo ricoprono da capo a piedi, si nasconda un ragazzo corretto lo dicono i numeri: nonostante entri spesso con decisione sugli avversari (10 ammonizioni l’ultima stagione), non ha mai ricevuto un rosso diretto ed è stato espulso per somma di ammonizioni solo una volta, il 28 febbraio 2010, quando col Cagliari affrontò il Chievo. Al Bentegodi, proprio dove stasera riparte la sua storia con la Roma.