REPUBBLICA.IT (M. ERCOLE) - Ecco i primi effetti collaterali della pesante sconfitta per 4-0 con il Chievo: contestazione di tifosi della Lazio all'aeroporto di Fiumicino, con un centinaio di supporter biancocelesti che ha deciso di aspettare in piena notte la squadra al rientro dalla trasferta di Verona per manifestare tutto il proprio disappunto. Una protesta pacifica, che si è concretizzata in un breve confronto intorno all'1.45 tra i supporter laziali e Stefano Mauri: tutto si è concluso con il coro "tirate fuori gli attributi", urlato dai tifosi a squadra già salita sul pullman per tornare nel centro sportivo di Formello.
A FINE PARTITA SFURIATA DI LOTITO NEGLI SPOGLIATOI - Dopo la Supercoppa italiana e il playoff Champions, insomma, ora c'è da aggiungere pure l'umiliazione del 4-0 subìto dal Chievo alla seconda giornata di campionato. Si andrà incontro a una sosta per le nazionali incandescente, poco ma sicuro. A surriscaldare l'ambiente ci ha pensato subito dopo la gara Lotito con la sua sfuriata negli spogliatoi: redarguita la squadra e l'allenatore, colpevoli di una prova insufficiente e ben al di sotto degli standard. Il ragionamento del presidente non fa una piega se si analizza l'inizio di stagione biancoceleste, ma il tecnico e l'organico non sono certo gli unici colpevoli di questo avvio devastante. Tanto per rimanere in tema di sbagli, infatti, non vanno dimenticati quelli della società sul mercato mercato. Si è già detto degli errori di valutazione in sede di campagna acquisti: il club probabilmente ha fatto un buon lavoro con gli arrivi dei giovani Patric, Hoedt, Morrison, Milinkovic-Savic e Kishna, ma i frutti si vedranno solo in futuro. Sicuramente invece ha commesso un errore di valutazione per quel che riguarda il breve periodo, perché nessuno dei cinque si è rivelato pronto per partire dal primo minuto in Supercoppa italiane e nel doppio playoff Champions.
COLPE DA DIVIDERE TRA SOCIETÀ, TECNICO E SQUADRA - Non solo: gli acquisti hanno sì consentito alla rosa di ottenere un considerevole ringiovanimento, ma allo stesso tempo hanno reso la squadra troppo inesperta, a tratti inadeguata per giocare in palcoscenici di alto livello. Come se non bastasse, in questa prima parte di stagione Pioli ha dovuto praticamente giocare senza attaccanti di ruolo per gli infortuni di Djordjevic e Klose (situazioni non proprio imprevedibili visti i precedenti degli unici due centravanti della Lazio). Pioli ha tentato di far necessità virtù e ha adattato l'esterno Keita a centravanti. Anche in questo caso però si tratta di una mossa che potrà essere valida nel lungo periodo visto che il giovane spagnolo ha bisogno di tempo per modificare il suo stile di gioco. Per quanto la abbia tirata, la coperta è rimasta comunque corta e le lacune sono emerse. Non è un caso che, prendendo come esempio solo il primo tempo contro il Chievo, la Lazio abbia crossato in dieci occasioni dentro l'area senza trovare mai qualcuno pronto a ricevere il passaggio. Si tratta di un altro tipo di effetti collaterali: questi sono quelli che nascono quando una squadra gioca senza punte.