IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Se non fosse il centravanti della Juventus, cioè della squadra da quattro anni di fila campione d’Italia, e se non avesse alle spalle una grancassa mediatica da far impallidire anche un paio di Palloni d’Oro, Mario Mandzukic, il nuovo centravanti della Vecchia Signora, avrebbe - a torto - una considerazione minore rispetto a quella che lo accompagna dal suo primo giorno in bianconero. Il croato è un centravanti di valore, un professionista affidabile, che merita la massima considerazione al di là delle parole al miele che ogni giorno gli regalano a babbo morto. La Juventus, prendendolo, ha portato a casa un attaccante che ha caratteristiche diverse rispetto a quelle di Carlos Tevez, ma non di certo uno sprovveduto. A dire il vero, la Juventus, una volta incassato l’addio dell’Apache, aveva pensato immediatamente ad un ex compagno di Mandzukic ai tempi del Wolfsburg, il bosniaco Edin Dzeko (come confermato dall’ex City due giorni fa a Sky). Ma dopo una serie di valutazioni, i campioni d’Italia hanno deciso di puntare con decisione sul croato, considerato più “cattivo” (in campo) dell’attuale centravanti della Roma.
LE GERARCHIE DEL GOL - Ai tempi del Wolfsburg, stagione 2010-11, Dzeko era il titolare e Super Mario la sua riserva. Edin era arrivato in Germania già da diversi anni, e le gerarchie de gol erano chiare: l’ex centravanti della Dinamo Zagabria doveva accontentarsi degli spiccioli che gli lasciava il bosniaco. A metà stagione, poi, la svolta: Dzeko va al Manchester City e Mandzukic riesce a trovare via via più spazio. Al punto di meritarsi, nell’estate del 2012, la chiamata da parte del Bayern Monaco, una sorta di laurea per chi gioca in Germania. Nel gennaio di quattro anni fa, insomma, le strade di Edin e Mario si divisero: i due, oggi pomeriggio all’Olimpico, si ritroveranno faccia a faccia, uno con la maglia della Roma, l’altro con quella della Juventus. La supersfida italiana: impensabile, per entrambi, ai tempi del Wolfsburg.
COSÌ UGUALI, COSÌ DIVERSI - Due attaccanti diversi, anche se appaiono simili per una questione di fisico: il croato non ha i piedi del bosniaco che, a sua volta, non ha la forza d’urto del rivale. Lo juventino è più bravo del romanista nel gioco aereo, mentre perde punti sul piano del palleggio. Dzeko è uno che fa giocar bene la sua squadra; Mandzukic è uno che sfrutta il lavoro della propria squadra. Entrambi sono finalizzatori, con il croato che è meno suggeritore dell’ex compagno nel Wolfsburg. Dire, alla vecchia maniera, che Edin ha più classe di Super Mario non è né azzardato nè offensivo per lo juventino.
LA PRIMA CON LA SIGNORA - I riflettori, oggi, sono giustamente puntati soprattutto su di loro: due nuovi acquisti, due attaccanti di statura internazionale, due grandi personaggi. Che alla “prima” nel campionato italiano hanno steccato: una notizia, visto che sono due abituati a lasciare il segno. Per Dzeko, che in carriera ha affrontato 100 squadre di club ma mai la Juventus, sarà l’esordio ufficiale davanti ai suoi nuovi tifosi. La prima volta che si è esibito alla pendici di Monte Mario ha segnato due gol e firmato un assist: dovesse ripetersi contro la Juve, Roma avrebbe trovato nuove certezze e il suo ennesimo, nuovo Re. I tifosi giallorossi non aspettano altro.