IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - C’è, ma è come se non ci fosse. Mohamed Salah sbarca a Roma come un vero e proprio calciatore tesserato dai giallorossi. Che poi è così, ma non può essere ufficializzato finché la Fifa non emetterà il transfer provvisorio, visto che c’è un contenzioso aperto tra Chelsea (proprietaria del cartellino) e la Fiorentina (che pensa di poter esercitare il secondo anno di prestito, come da accordo dello scorso febbraio). Salah in tutto questo,dopo aver fatto capire a più riprese quale sarebbe stata la sua nuova destinazione, ha deciso di forzare la mano, d’accordo con la Roma: fatemi venire. Accontentato.
Oggi pomeriggio arriva (forse si sottoporrà alle visite mediche). Il segnale suona forte. Atterrare a Fiumicino, mettersi addosso la sciarpa della Roma avrà un significato simbolico: Mohamed vuole far conosce urbi et orbi quelle che sono le sua intenzioni, vuole far capire che non scherza, che va oltre le carte bollate che lo riguardano, presenti sulle scrivanie Fifa. Ha scelto la Roma e il Chelsea ha un accordo con il club di Trigoria. Per loro, problemi non ce ne sono. E’ evidente la volontà da parte del club di far respirare all’egiziano l’ambiente di Trigoria,per rendere più facile l’inserimento e per permettergli di cominciare ad allenarsi (non sul campo, forse soltanto in palestra) con i suoi nuovi (futuri) compagni, in attesa del primo responso Fifa, previsto entro una quindicina di giorni.
FERRAGOSTO EGIZIANO La Roma si aspetta di non andare oltre Ferragosto, tenendo presente che l’occasione giusta per presentare Salah possa essere l’Open day previsto per il 14, allo stadio Olimpico. «Tick tock tick tock...», il tweet di Ramy Abbas Issa, manager di Salah. Parte il countdown, come a dire: stiamo arrivando. La Roma lo aspetta per questa mattina. A Trigoria si comincia ad avere una certa fretta e i tifosi vogliono veder chiuse le trattative di cui si parla ormai da tempo, Dzeko in primis. Entro la fine della settimana, come detto, il Chelsea chiederà alla Fifa un transfer provvisorio (Itc) ed in dieci giorni dovrebbe arrivare la risposta, e solo in questo caso la Roma potrà tesserarlo e annunciarlo in attesa della sentenza definitiva.
Nessuno a Trigoria pensa che l’ultimo responso sia diverso da quello provvisorio. Ma c’è sempre la possibilità che ciò non avvenga: basti ricordare l’indennizzo che la Roma dovette pagare al Bayern Leverkusen per Emerson e la squalifica di Mexes per essere stato “scippato” all’Auxerre nel lontano 2004. E la Fiorentina? Chiede proprio un indennizzo, non rivendica il calciatore egiziano,ha capitoda tempoche ormai è perso. O arrivano i soldi dai blues (oppure calciatori individuati nel vivaio, su tutti Ruben Loftus-Cheek) oppure, ipotesi secondaria, un ammorbidimento da parte della Roma sulla questione Destro. Sabatini è disposto a trattare lacessionedelcentravantima non gratuitamente. I viola sono freddi epuntano al ritornodiGilardino.
EDIN E MASUAKU Su Dzeko la situazione resta in stand-by. Il bosniaco tratta la buonuscita con il suo club, la Roma nel frattempo tratta con il City. L’unico accordo definito è quello tra il calciatore e la Roma. Ma non basta. Il City spara alto, la Roma gioca al ribasso e prova - magari alzando il prezzo - a proporre formule di pagamento alternative. E se non arrivasse Dzeko? L’unico nome che accenderebbe ugualmente gli animi dei tifosi è quello di Ibra, che Sabatini qualche tempo fa ha più o meno definito un rovina società per via del suo ingaggio che, a quanto pare, non tende a scendere. Si prosegue la caccia al terzino sinistro, i nomi sono sempre quelli, il più probabile Masuaku (l’amichevole di Atene, aiuta), con Torosidis probabile al Bologna. Si fa avanti la possibilità di un ritorno di fiamma di Astori. Può essere, dipenderà dalla cessione di Romagnoli, che servirebbe anche ad accorciare i tempi per Dzeko