IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Lasciamolo in pace. Non disturbiamolo, rispettiamo il volere di Rudi Garcia. Il “problema” Totti va gestito così, nel silenzio, quasi nell’indifferenza. Totti gioca? Zitti tutti. Totti va in panchina? Normale. Totti, sempre lui, il vecchietto che crea tanti danni alla Roma e che per tanto tempo ha tolto il posto a Doumbia, prima ancora a Destro, poi a Iturbe e chi più ne ha più ne metta, rischia di terminare in doppia cifra una stagione deprimente. Questo anziano calciatore con la maglia numero dieci sulle spalle, che non regge più nemmeno i ritmi di un Milan-Roma da scapoli e ammogliati, con la rete su rigore a San Siro ha agganciato Ljajic nella classifica interna (anche questa deprimente) di capocannoniere. Sono 9 per il serbo (8 in campionato e 1 in Europa League) e 9 per il capitano (7 in questo torneo e 2 in Champions). Già 5 nel 2015 per Francesco, segue Doumbia con 2. E pensare che l’altro ieri sera, Garcia ha scelto di mandarlo in campo come terzo: prima ha messo un convalescente (Ljajic) al posto di un infortunato (Gervinho), poi ha tolto l’evanescente Ibarbo (ancora a digiuno) per inserire Iturbe, cioè uno che quest’anno non l’ha praticamente mai presa ed è fermo al gol dello Stadium lo scorso 5 ottobre.
RECORD NEGATIVO Totti, oltre ai suoi tanti primati di cui andare fieri, sabato ne ha toccato un altro: non era mai stato in panchina per tre partite consecutive e per scelta tecnica. Capita quando non sei un granché o quando, nel suo caso, sei in là con l’età e parecchi ti diranno che sei vecchio, inutile e pure dannoso. Sono bastati due gol di Doumbia per finire quasi nell’oblio. Senza Totti è tutta un’altra Roma, si è sentita anche questa. Le solite sentenze degli imbeccati di turno, che vedono nel capitano un problema, uno che ingombra e che tarpa le ali a chi ha voglia di volare. Tutto bene in un mondo normale. Ma la Roma di adesso l’abbiamo vista tutti? Oppure qualcuno la guarda in maniera distratta, pensando ancora a quella spumeggiante della passata stagione? Totti è vecchio, sì, questo è un dato incontrovertibile. Ma siamo sicuri che gli altri, e più giovani, siano meglio? Probabilmente no. Quando si alza il ritmo, Francesco soffre. Pure questo concetto è chiaro, incontrovertibile. Ma siamo sicuri che il ritmo di sabato a San Siro fosse così alto da non prevedere la presenza del numero 10? Siamo certi che Doumbia, che ha praticamente saltato la passata settimana di allenamento, si sia presentato a Milano più in palla di Totti? Forse no. Addirittura è meglio Ljajic, che ha noti problemi alla schiena e che per tutta la partita ha faticato, senza riuscire mai a fare uno scatto degno di questo nome? Forse no. Però è così. Ma lasciamolo in pace.