GASPORT (F. CENITI) - Sembra un romanzo lungo 4 anni, ma in realtà è l’inchiesta della Procura di Cremona sullo scandalo del calcioscommesse. Le pagine finali le sta «scrivendo» in questi giorni Hristian Ilievski, il capo degli «Zingari», la banda che faceva in Italia gli affari migliori: risultati sicuri da utilizzare per scommesse da mezzo milione di euro sui mercati asiatici. Il macedone, ex poliziotto di un reparto speciale, si è consegnato dopo una latitanza iniziata nel giugno 2011, quando il Gip Guido Salvini firmò i primi arresti su richiesta del procuratore Roberto di Martino. Da allora molte cose sono state dette e scritte, diversi i processi fatti dalla giustizia sportiva, tantissimi gli stop inflitti a giocatori, allenatori o dirigenti, squalifiche dure fino al 2012 (l’Atalanta la società più colpita) e poi improvvisamente dimezzate, ridimensionate o annullate dal Tnas (cancellato da Malagò), ribattezzato «lo scontificio».
I VERBALI Ilievski sta raccontando la sua verità sul calcio italiano: lo ha fatto nella scorsa settimana davanti al gip Salvini e lo farà altre due volte (domani e lunedì) col pm di Martino. Quei racconti vanno a irrobustire le accuse (associazione per delinquere transnazionale finalizzata alla frode sportiva) della Procura che tra fine maggio e inizio giugno chiederà i rinvii a giudizio. A essere coinvolti circa sessanta tesserati, ma il numero potrebbe salire: Ilievski sta facendo nomi e cognomi anche di giocatori rimasti finora ai margini dell’inchiesta. Insomma, le sorprese non sono finite e avranno ripercussioni anche nella giustizia sportiva uscita malconcia per come ha gestito gli atti inviati da Cremona. In estate probabilmente ci sarà un altro processo. Chi sarà coinvolto? Di sicuro società e giocatori nominati per la prima volta, ma è possibile anche la revocazione per lo stessa accusa d’imputazione dei tesserati (e club) già condannati o assolti. E’ ancora presto per fare previsioni, ma l’estate si annuncia calda.
DA MAGGIO A MAGGIO Nell’attesa le dichiarazioni di Ilievski, (chiariamo: dovranno poi reggere nel probabile dibattimento e supportate da particolari e dettagli non secondari) danno l’esatta proporzione della piovra che aveva avvolto con i suoi tentacoli il calcio italiano. Lo scandalo del calcioscommesse ha dato fastidio a molti e per questo avversato (anche dalle istituzioni) nonostante abbia scoperchiato una serie impressionante di combine. Basta prendere in esame quelli che accadeva 4 anni fa e finito agli atti dell’inchiesta. Salvezza, promozioni e accesso in Europa si giocano in campo, ma secondo gli inquirenti soprattutto fuori. Il 23 aprile c’è Bari-Sampdoria 0-1, secondo la giustizia sportiva c’è stato un tentativo di tarocco: il processo penale è in corso a Bari, ma lo slavo al gip ci svela che Masiello (poi pentito) ha detto no alla loro proposta. Forse qualcuno è arrivato prima: Masiello e soci diranno sì per la gara di Palermo (7 maggio), ma dovranno restituire i soldi perché il 21 non era il risultato pattuito (serviva un gol in più). In precedenza, il primo maggio, c’è Novara-Siena 2-2 con l’accordo tra Carobbio e Bertani confermato da Ilievski. Arriviamo al clou: il 14 maggio si gioca Lazio-Genoa 4-2. L’Olimpico fischia l’1-1 del primo tempo. Pari chiacchierato sul quale scommettono in modo anomalo molte persone residenti nella provincia di Roma. Nella ripresa la squadra di casa segna tre gol facili. La Procura di Cremona svela il possibile tarocco con la presenza di Ilievski a Formello (circostanza provata) e poi nei pressi dell’hotel del Genoa. Mauri nega ogni contatto e giustifica la scheda criptata, intestata a Samantha Romano, e utilizzata in quelle due settimane di maggio, come un accorgimento per fare scommesse (lecite) su tennis e Nba. Il 15 maggio ecco Bari-Lecce 0-2, derby comprato (ci sono sentenze sportive e penali) dalla dirigenza giallorossa: 300 mila euro versati a Masiello (autore di un autogol) e due amici. Il Lecce si salva e il 22 maggio riceve la Lazio in corsa per un posto Champions: Gervasoni e la banda ungherese racconta di giorni di trattative per corrompere i giocatori leccesi. In Salento arriva pure Ilievski: per Cremona risultato alterato (vince la Lazio 4-2), ma la giustizia sportiva condanna i protagonisti (tra cui Mauri) a pochi mesi di squalifica per omessa denuncia. C’è la combine, ma non si sa chi la fa. Il 29 maggio si chiude con AlbinoLeffe-Siena: l’1-0 vale la salvezza dei lombardi. Ed è frutto di un accordo nato dopo l’andata. Il primo giugno 2011 i primi arresti (tra cui Signori, Bressan e Bellavista) chiudono temporaneamente la saracinesca del business calcioscommesse. Quattro anni dopo Ilievski sta rimettendo a posto i tasselli di un puzzle scomodo. Per la parola fine c’è ancora un po’ di tempo.