GASPORT (M. CECCHINI) - Chissà se a fine partita Walter Sabatini avrà avuto voglia di rifarsi una chiacchierata con quei tifosi della Roma che, poco prima dell’inizio del match, gli avevano detto: «Te ne devi andare». È stata la cosa più gentile che hanno detto al d.s. della Roma, che per parte sua ha risposto – eufemizzando – in modo colorito. D’altronde, il peccato mortale del club giallorosso – secondo l’ambiente – è stato proprio il mercato, che aveva innanzitutto la faccia di Juan Manuel Iturbe, l’acquisto più costoso, pagato oltre 26 milioni tutto compreso. Risultato: una sola rete in campionato e prestazioni a dir poco deludenti. Un flop apparentemente senza scusanti, anabolizzato anche dai mugugni per Doumbia, Ibarbo e la condanna sia pur parziale anche per l’arrivo di Yanga-Mbiwa, il cui riscatto per quasi 9 milioni dal Newcastle aveva fatto immalinconire gli orfani di Sua Maestà Benatia. Ebbene, per una città in cui il derby resta la partita più importante dell’anno, i 97’ dell’Olimpico hanno ribaltato percezioni e giudizi, più pesanti persino dell’assegno da circa 50 milioni che il presidente Pallotta incasserà per la Champions.
RIVINCITE E CENA Indifferente non lo è di certo Iturbe, che ha sofferto le critiche dell’ambiente. Forse per questo, prima della partita, De Rossi aveva profetizzato al tattico Beccaccioli: «Segneranno Iturbe e Yanga-Mbiwa, e ho azzeccato tutti e due i marcatori. Manuel ne ha passate tante. In questa città di commercialisti gli facevano pesare gli oltre 20 milioni e lui ne ha risentito». Proprio vero. Alcune settimane fa aveva ammesso candidamente: «Per come sto giocando, sono una pippa». Non è un caso che alla fine l’attaccante non volesse neppure parlare e gli addetti della Roma abbiano dovuto riportarlo indietro quando era già lontano dalla zona mista. «Devo pensare a giocare bene l’anno prossimo – spiega – Certo, sono felice perché questo gol lo meritavo da tanto. È stato un anno sfortunato ma è arrivata la rete nel momento giusto. Ho avuto degli infortuni pericolosi e non è mai facile recuperare. Rientrare poi quando una squadra deve giocare bene non mi ha aiutato. Penso che tutti i miei compagni sanno che io mi alleno per fare sempre meglio, ho aspettato tanto questo gol per la felicità di tutti». Felicità consumata con una cena di gruppo - ma pagata proprio dai due goleador - in un locale dell’Eur, dove i giallorossi si sono scatenati. D’altronde a Roma un gol può cambiare la vita. Lo sa anche Yanga-Mbiwa: «I compagni mi hanno detto che sarò per sempre nella storia della Roma. Il derby dobbiamo vincerlo ogni anno e quando ho segnato volevo piangere». Parola di un ex maledetto. Che ha scoperto che la Stracittadina qui non finisce mai.