IL MESSAGGERO (E. BERNARDINI) - «Ed affronterò la vita a muso duro» verrebbe da dire, prendendo in prestito i versi di Pierangelo Bertoli, guardando giocare de Vrij e Manolas. Due che non le mandano certo a dire quando scendono in campo. Poco più che ventenni ma con un carattere d’acciaio, i due pilastri che Lazio e Roma schiereranno al centro delle rispettive difese per arginare gli attacchi. È la loro prima stagione ma entrambi hanno già conquistato l’Italia. Sono duri, rocciosi ma con caratteristiche tecniche differenti. L’olandese è meno potente, ma più tecnico. Spesso il suo destro gli consente di uscire da situazioni intricate; il greco sfrutta la sua fisicità come pochi in Europa, la velocità e l’anticipo sono il marchio di fabbrica.
ARANCIA MECCANICA - Stefan, classe 1992, è arrivato alla Lazio subito dopo lo “scippo” di Astori. I tifosi lo hanno accolto alla grande, come non si vedeva da tempo per un giocatore sbarcato a Formello. Un ragazzo semplice che con la sua umiltà e gran voglia di fare ha conquistato subito tutti. Nonostante arrivasse da un mondiale coi fiocchi, terzo con l’Olanda ed eletto miglior difensore della competizione, è entrato nello spogliatoio in punta di piedi e con l’aria di chi dovesse imparare tutto da zero. Quest’anno, sotto la guida di Pioli, dopo una partenza un po’ stentata, male col Milan ed espulso alla terza giornata contro il Genoa, è esploso definitivamente. La sua presenza nei quattro dietro è fondamentale e lo dimostrano le 8 vittorie consecutive ottenute con lui sempre in campo. Al derby si presenta un po’ acciaccato, per colpa dell’infortunio al ginocchio e dei 120 minuti disputati nella finale di Coppa Italia. La sua voglia di Champions è talmente alta che stasera difenderà la sua Lazio con le unghie e con i denti.
OPLITA GRECO - Manolas è sbarcato a Trigoria con un compito difficilissimo da assolvere: sostituire Benatia. «Roma, fidati di me», le prime parole del greco pronunciate a ragione, perché da subito si è inserito alla grande nel gruppo. Gli sono bastati 4 giorni, il tempo di esordire contro la Fiorentina per far innamorare i tifosi giallorossi. La stagione è iniziata alla grande per Kostas che in un attimo è diventato il fulcro della retroguardia giallorossa. Non si piega il generale greco nemmeno quando la Roma, con il passare del tempo, si sgretola. Lui no, resta al suo posto tenendo in piedi la baracca. Certo, qualche errore l’ha commesso anche lui, ma il non aver mai trovato un compagno di reparto fisso ha inciso parecchio. Ha già collezionato 40 presenze stagionali, qualcuna anche in condizioni precarie. Gli manca solo il gol, una rete stasera sarebbe la giusta medaglia sul petto di Manolas.