Inter, notte d’orgoglio. L’ultima magia di Icardi fa sprofondare la Roma

26/04/2015 alle 17:38.
nainggolan-inter

LA REPUBBLICA (A. SORRENTINO) - A quel punto, a 20 minuti dalla fine, l’Inter non ha molto altro da fare: l’1-1 non serve a niente e vivacchiarci sopra non ha senso, che di pareggetti se ne sono visti fin troppi quest’anno. Così il Mancio pensa di mollare le redini per davvero, di colpo, e di mandare tutti all’attacco. Il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare; ma se ce l’ha, a volte vince partite così. Allora nel giro di un quarto d’ora, poco dopo la parata di Handanovic sulla punizione di (23’), entrano in campo Kovacic, Shaqiri e Podolski.

L’Inter entra nel rettilineo finale con la formazione più offensiva che ha: Hernanes e Kovacic interni di centrocampo più quattro attaccanti, rischio mostruoso ma in fondo calcolato. Perché la Roma, che era stata tossicchiante nel primo tempo e quasi brillante per metà ripresa (subito dopo la sostituzione di , purtroppo ormai ai minimi termini a livello atletico), arriva all’ultima curva con le gambe in croce, e dopo aver anche dato pessima prova di sé e dei suoi equilibri interni, con che sbaglia due volte i tempi delle sostituzioni, e che deve andare a chiarire le idee al tecnico. Così, dopo un paio di errori di Icardi, la ex grande Roma si flette ancora, e perde la partita, e ora la classifica tra secondo e quarto posto potrebbe raccontarle amare verità. La punisce Maurito Icardi, uno abituato ai gol negli ultimi minuti, all’88’: imbucata di Podolski, al suo primo assist stagionale (scoppiano tappi di champagne) e girata fulminea di rasoterra, non se l’aspetta e se la fa passare sotto il corpo.

Per la Roma è la quarta sconfitta stagionale, per l’Inter, che aveva vinto solo una delle ultime nove partite ufficiali, è la prima vittoria sui giallorossi dopo quattro anni e settimo posto in classifica, con +2 sul Milan. Gara troppo a lungo bloccata, prima del magnifico finale, nonostante il gran gol di Hernanes al 15’, con suo classico seducente ancheggiamento ai limiti dell’area e sinistro incrociato, da perfetto ambidestro qual è, a punire la tenera resistenza difensiva di Holebas e il tuffo alla propria sinistra di , che sfiora ma non abbastanza. Per il resto Roma in controllo del territorio, ma in modo flebilissimo, senza la furia leggiadra di un tempo e con le ali incapaci di trovare spazio contro un’Inter assai più difensiva del solito, anzi proprio alla ricerca continua del contropiede, facendo leva sul giovane Gnoukouri che è bravo e intelligente, anche se ancora timido, ma si farà. La produzione offensiva romanista sta solo in un palo di da azione un po’ casuale (19’), ma il resto è pochissima roba (e brutti cori razzisti su entrambe le curve). Nella ripresa, dopo due contropiede falliti di Icardi, la sostituzione di accende la Roma e soprattutto , che prima assiste ( alto) poi , e il incrociato fa la fotografia a Handanovic. Poi, dopo la punizione di sventata dal interista, su una parte del campo si accendono le luci, sull’altra è notte nera come la pece. Gioca solo l’Inter, felice e tutta all’attacco, e vince la partita. Anzi, la vince il Mancio.