IL TEMPO (E. MENGHI) - Ha girovagato in cerca di una cura, è stato in Europa e in America, ma né gli ultrasuoni né il bisturi sono serviti ad eliminare un problema che dura da 18 lunghissimi mesi. Oggi, per la prima volta da quel maledetto 10 novembre 2013, Balzaretti tornerà all’Olimpico da calciatore. Garcia lo ha inserito tra i convocati per il Napoli dopo avergli fatto giocare ieri un tempo con la Primavera, nel match vinto 2-1 con la Ternana (oggi Catania-Lazio alle 11:30). Sabatini ha assistito alla gara dal suo ufficio a Trigoria, lui che Federico l’aveva prelevato dal Palermo nell’agosto del 2012. Il terzino avrebbe potuto resistere un’oretta in campo, ma ha preferito non forzare.
È presto per parlare di incubo finito, la chiamata di Rudi è più che altro motivazionale e non è ancora dato sapere se Balzaretti potrà effettivamente tornare a fare il suo mestiere. I miglioramenti dell’ultimo periodo, che gli hanno permesso di giocare metà di una partita ufficiale, seppur con i più piccoli, sono il frutto di una nuova terapia. E stavolta non è dovuto andare lontano, ma in una clinica dei Parioli, dove si è sottoposto ad un trattamento elettromedicale, l’RSQ1 (utilizzato da Bologna e Fiorentina), capace di curare simultaneamente causa e sintomi del problema. Il dolore che non permetteva più a Balzaretti di correre, generato dalla totale usura della cartilagine della sinfisi pubica, sembra essersi quantomeno attenuato.
Così ha potuto giocare 45 minuti con la Primavera, che per l’occasione si è spostata sul campo Testaccio in erba vera perché il sintetico del Di Bartolomei non va d’accordo con gli infortunati di lungo corso: «È bello tornare in campo dopo un anno mezzo. È solo un piccolo step per tornare ai vecchi livelli. Ce la farò sicuramente. Non è facile stare fuori, rivivere certe sensazioni è come una droga: manca quando non ce l’hai. Ringrazio Garcia, mi ha fatto un regalo: dopo una settimana con il gruppo essere convocato è qualcosa di veramente bello». Soprattutto per uno che aveva pensato di smettere col calcio. Non molla lui e non lo fa nemmeno Strootman, che due mesi dopo la seconda operazione al ginocchio si è finalmente liberato delle stampelle: «Non ne ho più bisogno».