IL TEMPO (E. MENGHI) - Un guizzo di Pogba in una partita storta permette alla Juventus di allungare ancora in vetta: adesso sono 11 i punti in più della Roma. Il Sassuolo imita il Chievo e rende brutta la squadra di Allegri, ma non è in grado di fermarla allo Stadium. I bianconeri giocano un primo tempo inguardabile, Di Francesco riesce a metterli in difficoltà con un pressing alto che rende meno fluida la manovra. I neroverdi sono molto organizzati, bravi a stare alti e attenti a chiudere gli spazi. I portieri (Storari al posto dell’influenzato Buffon) restano praticamente a guardare, la gara risulta noiosa e sono da segnalare più gli scivoloni dei giocatori che i tiri nello specchio. Zero nei primi 33 minuti, fino alla conclusione di potenza di Tevez dai trenta metri, respinta con i pugni da Consigli. Peggio di così la Juve l’aveva fatto solo contro la Roma, dove erano arrivati infatti segnali di declino verificati poi in Coppa Italia.
Regna l’imprecisione sotto porta, Vidal ci prova un paio di volte alzando troppo il tiro, Chiellini di testa sugli sviluppi di un corner manda alto sopra la traversa. Il Sassuolo è attento, ma fa poco davanti: solo un tentativo con Berardi nella prima frazione di gara, il suo mancino è fuori misura. Tevez si deve sacrificare quando Bonucci sbaglia, s’inventa difensore centrale, ma non è il suo pane quotidiano e per fermare Zaza lanciato a rete deve usare le maniere forti: l’arbitro lo ammonisce giustamente. Pogba sembra fuori partita, sbaglia anche gli stop semplici, ma quando aumenta le frequenze torna riconoscibile: al 7’ della ripresa ci prova dal limite e Consigli spizza quel tanto che basta per deviare il rasoterra sul fondo.
Un po’ di voglia si rivede all’inizio del secondo tempo, gli errori tecnici restano troppi e sembrano dipendere da un calo di concentrazione: sentirsi lo scudetto in tasca può produrre questo tipo di effetti indesiderati. Non c’entra la prestazione negativa della squadra con la protesta della Curva Sud, che dopo l’intervallo si svuota per motivi extra-calcistici. Al 13’ Tevez prova il diagonale di collo esterno dall’interno dell’area di rigore, la palla esce di pochissimo. Il tecnico bianconero effettua un doppio cambio al minuto 18 della ripresa: fuori Morata e Pereyra, dentro Pepe e Llorente, i due protagonisti dell’unica rete segnata alla Fiorentina giovedì scorso. Cambia anche il modulo: la Juventus si sistema con il 4-4-2, ma Pepe ha libertà di salire fino a comporre un vero tridente d’attacco. Un brivido lo regala Bonucci con un tiro da una distanza siderale, costringe Consigli a distendersi e spedire in angolo un pericolo inaspettato. Al 32’ Tevez invita Llorente a centro area, lo spagnolo si gira ma scarica debolmente e il pallone è preda facile del portiere. Pogba entra a gamba tesa su Vrsaljko, prende un giallo che gli costerà la trasferta a Palermo. Allegri lo ringrazia comunque, perché è lui a sbloccare il match: esterno destro al volo su assist di Pepe, palla all’angolino e settimo gol in campionato. È quello che vale il più undici sulla Roma: decisivo.