IL MESSAGGERO (S. CARINA) - «Non è assolutamente finito nulla, ci sono ancora tante partite da giocare». Chissà se Gervinho realmente ci creda o sono le parole a caldo di un calciatore che non vuole arrendersi. Perché il rischio di ieri sera, è quello che la Roma si illuda di aver compiuto un'impresa. Forse, in parte, è anche vero. Riprendere la Juventus in dieci e sfiorare il successo in extremis sarebbe rimasto negli annali. Il problema è quel condizionale di troppo che mantiene la distanza dai bianconeri lunga 9 punti che poi, considerando gli scontri diretti, si è trasformata in 10. L’ivoriano però non vuole alzare bandiera bianca in anticipo: «La nostra reazione è stata importante, ora mancano alla fine ancora 13 gare. La strada è lunga». Più o meno quanto serve all’attuale Gervinho per tornare il giocatore che faceva la differenza nei primimesi del campionato o lo scorso anno. Il timore è che il trionfo nella coppa d’Africa possa aver segnato (inevitabilmente) l’apice della stagione dell’ex Arsenal, sia a livello di forma fisica che di motivazioni e status mentale: «No, non è vero – replica - Mi sento bene. E’ vero che appena rientrato ero un po' in difficoltà ma ora è tutto ok». Eppure, nonostante le due reti in altrettante gare con il Feyenoord, l’ivoriano vive un evidente periodo di appannamento. Non tanto per i gol che non sono mai stato il suo forte. Ma per tutto il resto. Anche ieri sera è stato la controfigura di se stesso: prevedibile, compassato, senza né inventiva tanto meno guizzi o scatti che potessero mettere in difficoltà la retroguardia bianconera. Quando gli viene fatto notare, Gervais prova a difendersi: «Il problema è che per tirare servono gli spazi e noi invece abbiamo trovato un muro. Il blocco juventino è solido. Siamo riusciti a renderci pericolosi soprattutto alla fine con il colpo di testa di Manolas e il gol di Keita, ma è vero che Buffon ha in effetti passato una serata tranquilla».
LE CERTEZZE DI JAMES Parola al presidente Pallotta che nel pre-gara aveva provato a caricare la curva Sud entrando in campo e applaudendola. Come gli capita spesso, il presidente vede il bicchiere mezzo pieno: «La maggior parte delle squadre se ne sarebbe andata a casa dopo il loro vantaggio e con un uomo in meno. Negli ultimi minuti invece li abbiamo surclassati. Questi ragazzi hanno combattuto e giocato meglio. Campionato finito? Tutto può accadere, abbiamo avuto tanti infortuni e pareggiato tante gare e lo stesso potrebbe accadere alla Juventus. Strootman? Non sono stati commessi errori nelle operazioni. E’ stato solamente sfortunato: questo ko non c’entra nulla con quello precedente». L’occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Pallotta ha voglia di parlare: «Vincere l’Europa League? Quello che mi dispiace è che saremmo ancora in Champions se non fosse per due giocate accadute in un minuto. A cosa mi riferisco? Semplice, al pareggio del Cska contro di noi e alla gara City-Bayern dove Benatia ha deciso di prendere un rosso che ha costretto il Manchester a giocare l’intero match con un uomo in meno… Ora possiamo sicuramente andare avanti in Europa League". Pillola finale su Garcia: "Rudi rimarrà, of course. Finché decido io Rudi non si muove". Chi potrebbe farlo da Marsiglia è il portiere Mandanda. Classe ‘85, ha il contratto in scadenza nel giugno 2016 e in Francia da tempo lo accostano alla Roma