ANSA - Fuori dalla Coppa Italia. Fuori dalla Champions. A -7 dalla Juve e con il Napoli che incalza dietro. Una lista infinita di infortuni. La vittoria smarrita all'Olimpico. La tifoseria che ora contesta tutti, squadra e Garcia. Fotografie di una crisi targata Roma. Eppure Walter Sabatini ci crede. "E' inutile negare la flessione negativa della squadra. Siamo usciti inopinatamente e disgraziatamente dalla Coppa Italia, ma il campionato è molto lungo e crediamo ancora allo scudetto". All'indomani della brutta botta con la Fiorentina, il ds giallorosso ci mette la faccia e, davanti alla crisi del gruppo allenato da Rudi Garcia, rilancia le ambizioni della Roma. Per Sabatini la squadra "tornerà a essere competitiva e forte" anche se al momento è "vittima di una congiunzione astrale molto negativa testimoniata dal fatto abbiamo presentato Ibarbo con una contrattura al polpaccio. Questa è una cosa risibile, quasi comica e molto imbarazzate per noi, ma lo recupereremo in fretta".
E in fretta dovrà reagire anche la squadra, attesa anche dagli impegni continentali. "Ci tuffiamo subito sull'idea di vincere l'Europa League, un trofeo di grande rilevanza che può essere propedeutico per la futura Champions che considero un obiettivo minimo, da non perdere - spiega Sabatini -. I nostri problemi non si risolvono con la bacchetta magica o con una aspirina, ma a Trigoria abbiamo anche gli antibiotici. Faremo le cose che servono per andare avanti". Eppure alla spalle ci sono ancora fantasmi: il ds coglie nel crollo casalingo col Bayern Monaco (ko per 7-1, ndr) il momento di rottura del giocattolo romanista. "Quella partita ci ha creato qualche disagio, abbiamo subito una sconfitta esagerata. Si sono verificati dei piccoli episodi che sono stati il segnale che qualcosa nella squadra si è perso - confessa -. Prima c'era una idea di mutuo soccorso in campo, ho colto un cambiamento di motivazioni nei calciatori, adesso si rimane spesso nella solitudine dell'errore". "Non c'è dolo in questo comportamento, ma a volte si perde la voglia di conquistare un risultato con le unghie e con i denti, cosa che questa squadra ha fatto per un anno e mezzo - sottolinea quindi il ds -. Nella squadra è cambiato qualcosa di chimico, sono piccoli collassi che possono verificarsi. Il vero problema adesso è minimizzare i tempi e recuperare quella stima generale che ci permetterà di tornare ad essere la Roma che tremare il mondo fa". Magari grazie al ritorno di qualche infortunato di troppo e agli innesti provenienti dal mercato invernale, di cui Sabatini si dice "assolutamente soddisfatto". "Abbiamo fatto il massimo e centrato gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Sono arrivati giocatori forti, forse con un po' più di fortuna avremmo potuto chiudere prima qualche operazione, ma le trattative si concretizzano quando tutte le parti sono d'accordo, il ritardo è dovuto a questo - precisa a chi gli chiede conto di un certo immobilismo in avvio di mercato -. Abbiamo fatto delle scelte strategiche. Abbiamo sacrificato Destro perché era a disagio qui, ma potrebbe tornare come restare al Milan, la situazione è transitoria. Se tornerà ne saremo orgogliosi, altrimenti avremo fondi da investire per un altro attaccante che già ho individuato. E comunque lo abbiamo già sostituito con un giocatore estremamente prolifico, ovvero Doumbia, i cui numeri sono quasi imbarazzanti". Così come imbarazzante sono il gioco e l'attuale tenuta fisica della squadra. Sabatini però ancora una volta difende l'operato di lavora a Trigoria. "Ci sono stati alcuni infortuni muscolari, ma non si può imputare tutto al preparatore atletico - ovvero Rongoni, voluto da Garcia -. Certamente lui e il tecnico si stanno confrontando e stanno pensando a qualche variazione nella metodologie di allenamento perché le performance della squadra non sono ottimali". Domenica in casa del Cagliari però sarà vietato sbagliare ancora.