LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Perché la Juventus produce in proprio le immagini delle gare allo Stadium? Al quesito nato dallo sfogo di Galliani basta rispondere che tutti i club sono proprietari del diritto di auto produrre le immagini delle gare che ospitano: la legge Melandri del 2008 infatti lascia ai club la possibilità di auto produrre le immagini distribuendo il segnale attraverso la Lega. Le linee guida della produzione sono specificate nelle 34 pagine del “Regolamento produzioni audiovisive” della Lega di serie A. Ora, 17 club su 20 per non dover gestire il caos della produzione hanno restituito questo diritto alla Lega stessa: l’advisor Infront produce allora per loro conto incassandone i vantaggi economici. Napoli, Inter e Juventus invece hanno scelto di mantenere la produzione, soluzione che al netto di difficoltà organizzative consente di introitare un 15-20 % in più sul valore di ogni match. I bianconeri hanno il vantaggio dello Juve Stadium, un impianto moderno e costruito pensando anche alla produzione da parte del club delle partite.
Ma davvero producendo le proprie gare le società hanno la possibilità di “filtrare” le immagini scomode? Forse sulla carta potrebbero anche: ma i service utilizzati sono gli stessi scelti dalla Lega per produrre per le altre gare. Inoltre le immagini vengono messe in onda da una regia di 40-50 persone che non dipende dal produttore: in ogni turno 6 gare hanno registi Sky, 3 hanno registi Mediaset e una un regista della Lega, dunque di Infront. Una suddivisione nata ai tempi del trio Sky, Mediaset e Dahlia. A seconda della configurazione di standard, il tipo A a 14 telecamere, il tipo B a 12 e il tipo C a 9, aumenta ovviamente il numero di inquadrature a disposizione, ma il loro posizionamento per ogni stadio è deciso all’inizio dell’anno e approvato dalla Lega. I broadcaster - Sky e Mediaset - possono poi aggiungere tecnologie che vanno dalle telecamere aggiuntive al guardalinee elettronico, quella riga bianca virtuale che indica il fuorigioco e su cui il Milan ha avanzato dubbi attraverso un tweet. A disegnare quella linea in prospettiva però è un software controllato da un tecnico: non ha valore scientifico ma solo indicativo con un margine d’errore, sì, ma di pochissimi centimetri. A Torino la telecamera dei 16 metri è più bassa che in altri stadi, questo forse rende un po’ “estrema” quella prospettiva. Fino a sabato sera, però, non se n’era mai lamentato nessuno.