IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Almeno cinque settimane di stop: è il primo responso degli esami strumentali ai quali si è sottoposto Ibarbo. Il primo, non l’ultimo. Perché la prognosi potrebbe allungarsi. Avendo infatti la necessità di comunicare l’entità dell’infortunio, visto l’eco mediatico che ha generato il ko, la Roma ha preferito anticipare gli esami strumentali che altrimenti sarebbero stati svolti nei prossimi giorni. Ieri la nota del club ha evidenziato «una lesione tra il primo e il secondo grado della giunzione miotendinea del gemello mediale destro». Non è escluso però che i nuovi controlli possano portare alla luce una lesione più profonda (tra il secondo e il terzo grado) che farebbe slittare il rientro del colombiano di altri 7-10 giorni. Il bollettino medico gela così le speranze di chi aveva ipotizzato un infortunio diplomatico. Come se non bastasse, ad alimentare le polemiche sono arrivate le parole di Marroccu, ds del Cagliari: «Con noi non avrebbe mai giocato ma la Roma è libera di utilizzare il giocatore come vuole. Non giocava perché non era pronto e infatti si è infortunato di nuovo». Poi in serata, al portale pagine romaniste.it, ha corretto il tiro: «E’ arrivato alla Roma clinicamente sano».
FATTORI DELLA CRESCITA Il primo commento mirato del dirigente sardo non si riferiva esclusivamente al problema al polpaccio ma anche alle condizioni del ginocchio destro del calciatore. Ibarbo infatti nell’ultimo mese si è recato a Barcellona tre volte (la prima a fine dicembre) per curarsi una tendinopatia al tendine rotuleo ed è stato sottoposto ad altrettante sedute con i fattori della crescita. La visita programmata ieri e slittata ai prossimi giorni, avrebbe dovuto dare il via libera per tornare ad allenarsi. Il calciatore invece ha anticipato i tempi, dando la sua disponibilità (con appena un allenamento differenziato nelle gambe) per 5-10 minuti già per la gara contro la Fiorentina. Alla fine ne ha giocati, recupero compreso, 21. Nonostante fosse stato allertato alla vigilia del match sui rischi che correva ad impiegarlo, Garcia – a corto di attaccanti e incoraggiato dal sì del colombiano - ha deciso di rischiare. Lo aveva già fatto in passato (con Castan nell’amichevole contro il Fenerbahce, con Torosidis a Monaco, ma anche con De Rossi e Iturbe): l'ex Lille infatti è un allenatore che si fida molto delle sensazioni dei suoi calciatori. Stavolta, come già accaduto con il brasiliano ad agosto, è andata male. Da Trigoria precisano come Ibarbo abbia comunque concluso la gara senza problemi e che l’infortunio sia giunto nell’allenamento del giorno seguente, dopo che il calciatore non ha seguito il consiglio di svolgere una seduta differenziata. «Mi sento bene, perché dovrei?», le sue parole. Quaranta minuti dopo è crollato a terra.