IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Alessandro Florenzi fa il tappabuchi. «E mi prendo pro e contro di questo ruolo», ammette dopo aver giocato, forse, una delle migliori partite da terzino destro. «Se sono in confusione? Un po’ sì, dico la verità». Può succedere, ma conta almeno quanto uno abbia voglia di sacrificarsi. La Roma non c’è più, è ferma. Lui corre ma non basta. Stiamo sotto ritmo, non incutiamo più il timore dell’anno scorso, quando le squadre venivano qui e avevano paura della Roma. Quest’anno vengono qui e non abbiamo più quella convinzione che ci permetteva di fare quel qualcosa in più e fare quel gol che ci permetteva di vincere le partite. Cosa è successo? «Abbiamo un granello di sabbia nell’ingranaggio che blocca una macchina che era perfetta. Lo dobbiamo trovare e torneremo a essere perfetti. Ci sono situazioni di gioco che dobbiamo migliorare. I fischi? Fanno male tanto, ma sono più meritati di altre volte».
L’INGLESE VIVO Cole si fa un applauso. Finalmente una prestazione buona. «Non credo che la lotta per il titolo sia chiusa, certo siamo delusi del risultato, volevamo la vittoria. Siamo dei professionisti e non getteremo la spugna, mancano ancora tre mesi alla fine della stagione. La mia prestazione? Sono soddisfatto, ma mi dispiace per il risultato. E’ vero, la squadra può e deve dare di più, ma altrettanto vero che non siamo molto fortunati».