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Feyenoord, le scuse dell’ambasciatore: «Ripulirò il Centro»

25/02/2015 alle 08:51.
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IL MESSAGGERO (A. MARANI) - Tulipani e scuse. Doppia manifestazione di romani e olandesi ieri di fronte all’ambasciata d’Olanda ai Parioli per stringere un patto di «pace e amicizia» dopo i fattacci di Roma-Feyenoord. Ma anche di decoro e rispetto. Così vedremo presto l’ambasciatore Michiel Den Hond (oggi stesso o al massimo domani, l’accordo con il Comune è in itinere) impugnare la ramazza e partecipare insieme al sindaco Ignazio Marino a una pulizia straordinaria di Campo de’ Fiori, la piazza che per prima, l’altro mercoledì, ha assaggiato la furia degli hooligans. La stessa furia cieca che il giorno dopo è sfociata nella guerriglia di piazza di Spagna e nello sfregio della Barcaccia. Den Hond parlando con una delegazione dei gruppi che rispondendo all’appello su di “Roma pulita” sono arrivati nel pomeriggio sotto l’ambasciata, ha promesso: «Ci sarò anch’io a pulire Campo de’ Fiori, quel che è successo a Roma ha colpito profondamente la comunità olandese, già dalla sera stessa, e non passa giorno che non se ne parli». Den Hond ha aggiunto, poi, che riguardo a una amichevole tra Italia e Olanda a Rotterdam «non c’è ancora il no definitivo della Federazione olandese, per cui spingerò fino all’ultimo perché si faccia». 

LE IDEE - Dai Parioli nasce anche l’idea di un incontro che avvii su scala europea un dibattito sul rapporto tra cultura, salvaguardia dell’arte e violenza giovanile. «Quel che accaduto a Roma - spiega Stefano Miceli, tra i promotori del blitz di ieri - è più che un campanello d’allarme. Siamo qui oggi perché, passata l’ondata emotiva, certe ferite non si dimentichino». E mentre Franco Quaranta dei “Volontari del XIII Municipio” mostra il cartello “Possis nihil urbe Roma visere maius” (l’esortazione di Orazio: «Che tu non possa vedere nulla più grande di Roma») irrompe sulla scena un gruppo di giovani ricercatrici dell’Istituto di cultura olandese a Roma, «l’Olanda bella» dicono. Anna Huijvers, 30 anni, è la loro portavoce. Ha in mano lettere fotocopiate indirizzate al sindaco Marino, c’è scritto «Anche noi siamo romani» e promuovono una raccolta fondi per la Barcaccia. Con emozione racconta della «vergogna e del dolore che noi olandesi stiamo provando in questi giorni», per cui «vogliamo dimostrare che non siamo tutti hooligans». 

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