IL MESSAGGERO (B. SACCA') - Amici da una vita, Seydou Doumbia e Gervinho vestiranno i colori della Roma non appena la Costa d’Avorio concluderà l’avventura nella coppa d’Africa. Passando la lente sul profilo sportivo, non sembra assurdo rilevare che Doumbia assomigli un poco al compagno di nazionale: non fosse altro per la velocità da centometrista e per la disponibilità tattica, ma pure per l’inclinazione a cadere in peccati d’imprecisione. I tifosi giallorossi se ne saranno accorti a settembre durante la sfida col Cska Mosca: perché, all’Olimpico, Seydou è riuscito nell’acrobazia di commettere un errore celestiale lì a due passi da De Sanctis, e di centrare piena una traversa. Vanno anche ricordati, però, i tre gol firmati nelle due partite contro il City. Ecco, a voler tratteggiare i contorni del nuovo acquisto della Roma, si potrebbe dire che conosca bene la via della porta ma spesso sbagli strada, tradito da un’eccessiva impulsività. Al quadro, comunque, contribuiscono pure una certa abitudine a colpire di testa e una vaga attitudine a calciare indifferentemente col destro e col sinistro. Come si diceva, ha sempre avuto una buona frequentazione con il gol: 149 sparsi in 252 gare, al passo medio di 0,59 ogni 90’; due anche contro il Palermo nel 2010 in Europa League.
GRAZIE OLIVIER La curva della vita di Doumbia pare lo srotolarsi di un film. Perché Seydou, da bambino, vendeva fazzoletti ai semafori di Abidjan, l’ex capitale ivoriana. Non aveva più il papà e doveva aiutare la mamma e i tre fratelli: così, camminava scalzo nella cieca speranza di racimolare qualche soldo. Per colmare il poco tempo libero, giocava a pallone nel Centre formation d’Inter. Un giorno, ai bordi di un viale, lo vide il presidente Olivier Koutoua. Commosso, il dirigente si offrì di riscrivere il destino del piccolo Seydou, classe ‘87: una casa, gli studi, una squadra giusta per spiccare il volo. Grato per l’eternità a Koutoua, Doumbia ha aperto l’atlante del calcio e ha cominciato a sfogliarlo: prima l’Athletic Adjamé e il Denguelé in patria, poi il Kashiwa Reysol e il Tokushima Vortis in Giappone, infine lo Young Boys in Svizzera e il Cska. Ora la planata verso Roma. C’è una città intera pronta ad accoglierlo.