LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Dovesse giocare il derby, non potranno accusarlo di avvertire troppo l’emozione. Mattia Destro e la Roma non sono mai stati tanto lontani: questione di prospettive. Da una parte il club, orientato per la prima volta a fare a meno di lui. Dall’altra il giocatore, che dopo l’ennesima esclusione, a Udine, in cui l’allenatore gli ha preferito persino Emanuelson, ha ormai deciso di cambiare aria.
A tenerli ancora legati è soprattutto Rudi Garcia, che ha bloccato la cessione dell’attaccante. Ma non ne ha placato la sua rabbia, perché lo stridente contrasto tra le parole del tecnico («Sei importante per noi») e la panchina di Udine lo ha innervosito e non poco. Ora il derby: l’ultima carta per Destro per restare attaccato alla Roma. E Garcia, che ha perfettamente intuito la situazione, sta iniziando a valutare la possibilità di puntare — a sorpresa — proprio su di lui. Chi meglio del numero 22, ormai mentalmente poco coinvolto nella realtà romana, per affrontare una partita in cui l’emozione può giocare brutti scherzi? Lui non la sente, non la teme, anzi pensa di poter sfruttare proprio questa freddezza per far male: «Se la gioco, segno sicuro», ha detto agli amici ostentando convinzione. Nelle sue idee il futuro è comunque il Milan, che ha proposto alla Roma il prestito gratuito con obbligo di riscatto a 15 milioni in estate. Mentre i giallorossi direbbero sì soltanto a un’offerta analoga ma in prestito oneroso tra i 3 e i 5 milioni (ieri Galliani ne ha parlato con Berlusconi per farsi avallare l’investimento). Poi a Trigoria cercherebbero un altro centravanti: non soltanto un’alternativa a Destro ma qualcuno che possa anche giocare con lui. Uno alla Jovetic, per intenderci.