Coppa d'Africa, si alza il sipario: Costa d'Avorio da battere, attenzione a Ghana e Algeria

16/01/2015 alle 20:25.
gervinho-keita-nazionali

REPUBBLICA.IT - L’attesa è finita e, dopo i problemi e i timori causati dall’epidemia del virus ebola, si alza finalmente il sipario su una delle edizioni più tormentate della Coppa d’Africa. Inizialmente in programma in Marocco, ma spostata in Guinea Equatoriale per la rinuncia degli organizzatori visti i timori legati al contagio della malattia, la competizione prende il via sabato 17 gennaio a Bata. Fanno rumore le assenze, dalla Nigeria campione nel 2013 all’Egitto che per tre volte di fila (fra il 2006 e il 2010) ha dettato legge, passando per campioni come Drogba ed Eto’o che hanno preferito farsi da parte per dare spazio ai più giovani connazionali. Pur priva del suo totem, la Costa d’Avorio si presenta anche stavolta come la squadra da battere. Herve Renard, che tre anni fa condusse al trionfo lo Zambia, ha a disposizione una fuoriserie che ha in Yaya Tourè, recentemente premiato come miglior calciatore africano dell’anno per la quarta volta di fila, la sua stella più luminosa. Ma a fianco del centrocampista del Manchester ecco il fratello Kolo, il romanista Gervinho e soprattutto Wilfried Bony, appena strappato a suon di milioni dal allo Swansea.

ALGERIA E GHANA LE ALTRE FAVORITE – La principale minaccia per gli Elefanti si chiama Algeria, il cui unico trionfo nella manifestazione risale al 1990, due anni prima la sola vittoria ivoriana. Le Volpi del Deserto hanno ben impressionato all’ultimo Mondiale, anche se ora in panchina c’è Christian Gourcuff, padre dell’ex milanista Yoann. Il carisma di Madjid Bougherra in difesa, la classe di Feghouli, il talento di Bentaleb e l’esperienza di Mesbah fanno dell’Algeria una seria candidata al titolo, alla pari del Ghana che lo scorso novembre si è affidato ad Avram Grant, ex ct di Israele e nella stagione 2007-08 sulla panchina del Chelsea. Alle Stelle Nere la qualità non manca, basta citare i fratelli Ayew, l’eterno Asamoah Gyan o l’udinese Badu, ma nelle ultime edizioni è sempre mancato l’ultimo passo. Sperando di essersi lasciato alle spalle faide, contrasti e polemiche su bonus che avevano addirittura messo a rischio la spedizione in Brasile, il Camerun punta a riprendersi un trono che manca dal 2002. Eto’o ha detto basta, Song è stato escluso da Finke ma Mbia, N’Koulou e Choupo-Moting garantiscono ai Leoni Indomabili le carte giuste per giocarsela.

TANTI GLI ‘ITALIANI’ IN CAMPO – Fra le possibili sorprese, invece, la Tunisia di Leekens e guidata da Yassine Chikhaoui, centrocampista offensivo dello Zurigo la cui carriera fin qui non è decollata per alcuni problemi al ginocchio. Occhio anche al Burkina Faso, due anni fa battuto in finale dalla Nigeria, che in avanti scommette su Bertrand Traore, in prestito al Vitesse ma di proprietà del Chelsea, con Bakary Kone a guidare la difesa. Proveranno a sconvolgere i pronostici anche il Senegal di Giresse, che in attacco sfoggia il bomber del Newcastle Papiss Cisse, e il Gabon di Pierre-Emerick Aubameyang, che a febbraio sfiderà la in col Borussia Dortmund. Buona la presenza ‘italiana': nel Ghana, oltre a Badu, c’è il parmense Acquah (fuori per infortunio lo juventino Asamoah), nell’Algeria ci sono Ghoulam, Mesbah, Taider e Belfodil, mentre il del Trapani Gomis difenderà i pali del Senegal. Nel girone D, infine, si sfideranno i giallorossi Gervinho (Costa d’Avorio) e (Mali).