Sbarca Pallotta e forse trova lo stadio

09/12/2014 alle 09:38.
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GASPORT (A. CATAPANO) - Novantasei giorni — il conto è aggiornato a oggi — per una formalità. Senza voler sminuire le prero­gative dei 47 consiglieri, ma il 4 settembre scorso, quando il progetto ottenne la sospirata delibera della Giunta Marino, tutti, a cominciare dal sindaco e dai suoi assessori, pensarono: «È fatta, manca solo il passaggio assembleare». E quel «solo», ovviamente, faceva intendere che l’ultimo atto sa­rebbe stato rapido e indolore.

FACCIAMO MELINA Tre mesi dopo l’approvazione (è bene ri­cordare: con alcune riserve) della Giunta, lo studio di fattibi­lità presentato da Luca e James Pallotta non ha ancora l’ok definitivo del Comune. Né sappiamo quando lo otterrà, se negli ultimi giorni del 2014 o so­lo con il nuovo anno. Pallotta, che da stamattina è di nuovo a Roma, è spazientito, quantome­no perplesso. L’8 novembre, al termine della visita (l’ennesi­ma) in Campidoglio, Marino lo aveva salutato con una promes­sa: «Quando tornerai a dicem­bre lo stadio sarà cosa fatta». Poi la delibera ha vissuto un mese sulle montagne russe: prossima all’approvazione, congelata, rimessa in cima alla lista, di nuo­vo retrocessa. I motivi di questi saliscendi, che hanno avuto il solo effetto di perdere tempo, li hanno compresi tutti, e ben prima che esplodesse il bubbone di «Mafia Capitale»: troppi soldi e troppi interessi in ballo in que­sta opera per non seguire quelle logiche consociative (e in certi casi criminali) che oggi l’inchie­sta mette a nudo; troppi soggetti importanti esclusi dal progetto; e quindi tanti re ferenti politici intenti a fare melina.

È LA VOLTA BUONA? Siamo arri­vati a oggi. Ora che l’inchiesta ha travolto qualcuno di quei re­ferenti politici, rafforzando la posizione di Marino e dei suoi più stretti collaboratori (a co­minciare dall’assessore all’Ur­banistica Giovanni Caudo, forse il più estraneo di tutti a quelle logiche del passato), e ammesso che il Pd abbia deciso davvero di fare quadrato intorno al sinda­co, il progetto ­ po­trebbe finalmente prendere il volo. Proprio in queste ore che Pallotta è a Roma. Ci resterà non più di 72 ore, poche ma forse sufficienti a trovare uno spazio nell’agenda di Marino (invitato anche alla cena di Natale di do­podomani): per il sindaco sono giorni particolarmente intensi, ma dal suo entourage filtra co­munque la volontà di fissare un appuntamento (anche con Par­nasi), perché «lo stadio deve tornare ad essere una priorità di questa amministrazione. Altri­menti — è il commento del Campidoglio — finirà che Roma non riuscirà più ad attrarre in­ vestimenti stranieri. Chi vuole investire in una à in cui il tempo è così aleatorio?». Più o meno il senso delle dichiarazio­ni della neo presidente del Con­siglio comunale Valeria Baglio, piddina ma voluta fortemente da Marino. «In un primo collo­quio avuto con il Sindaco — ha raccontato a Roma Radio — ab­biamo parlato anche dello sta­dio, che per lui è una priorità. L’elemento che fa navigare la corruzione è l’indeterminatezza e la mancanza di certezza nelle decisioni. L’iter amministrativo che riguarda lo stadio è comple­tato, la politica ora deve decidere con un voto in aula. Saranno l’ufficio di presidenza e i capi­ gruppo a calendarizzarlo». Già oggi ne sapremo di più. Pallotta attende, ma per quanto ancora?