LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Per farsi un’idea su quanto conti per il sindaco Marino la delibera sullo stadio della Roma, basta leggere le sue parole. Un appello, quasi a voler mettere pressione sulla propria giunta, che lunedì voterà la pubblica utilità del progetto del presidente Pallotta: «Mandate tutti i tifosi della Roma a sollecitare i consiglieri, in modo che partecipino a questa importante decisione che è così sentita dalla nostra città».
Il bis non certo fortunatissimo dell’invito — vecchio di una settimana — del manager statunitense Mark Pannes, che segue l’iter sullo stadio per il club giallorosso. Un appello-gaffe accolto malissimo dai consiglieri comunali («Più rispetto per il nostro lavoro » e «Marino cosa vuole, dei tappetini al posto dei consiglieri? » le reazioni bipartisan) e che non ha certo spinto “folle” di romanisti ad adunarsi in Campidoglio. Anzi: sarà che in campionato la Roma è ormai a ridosso della Juventus e punta a giocarsi fino in fondo lo scudetto, sarà che con il Natale alle porte anche i tifosi sono occupati nello shopping compulsivo in centro e nei centri commerciali, ma il pubblico romanista non s’è infiammato, e anzi è rimasto tiepido.
Pochi commenti in radio, poche risposte entusiaste all’invito del sindaco. Anche perché, a questo punto, non resta che aspettare: ieri la discussione della delibera è stata aperta e aggiornata all’inizio della prossima settimana. Appuntamento fissato allora per lunedì alle 9 di mattina, con un programma fittissimo e poche ore a disposizione: da discutere 119 ordini del giorno e 163 emendamenti, ma già alle 14 la seduta sarà interrotta per consentire a tutti di essere alle 15 a Palazzo Valentini per la conferenza della nuova Città metropolitana, alla presenza dei sindaci della provincia, per il via libera definitivo allo statuto del nuovo ente. Poi, dalle 17, si andrà avanti ad oltranza.
Eppure i segnali dicono che la deliberà passerà, anche con i voti dell’opposizione (ma potrebbe votare contro o astenersi qualche rappresentante della maggioranza). «Lunedì i tifosi della Roma potranno venire a festeggiare in Assemblea capitolina», promette il coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo.
Tra gli emendamenti presentati, anche uno per la tutela ambientale, non specificata nel progetto stadio: se fosse accolto, basterebbe una falda acquifera o un sito archeologico per fermare i lavori e ridiscutere il progetto. Ovviamente ogni emendamento approvato diventerà vincolante per il pubblico interesse.
Intanto è stata fissata in via definitiva la penale che garantisce la proprietà dello stadio alla Roma: se Pallotta dovesse cedere lo stadio o anche soltanto gli uffici a soggetti diversi, dovrebbe corrispondere una clausola rescissoria da 163 milioni.