GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Strano a dirsi, per non chi non crede che Mattia Destro possa essere il bomber della Roma di Rudi Garcia. Mentre c’è chi lo mette continuamente sul mercato (non a Trigoria, dove Walter Sabatini continua a dichiararlo incedibile, almeno sotto i 20 milioni) e mentre lui prova a darsi da fare per convincere Garcia a rovesciare le gerarchie – Ljajic insegna – i numeri dicono che, in attesa di RomaMilan (ultima partita dell’anno), Destro è il bomber dell’anno solare.
RE Nessuno, da gennaio ad oggi, ha segnato come lui in giallorosso: 14 gol, tutti in campionato, nessuno in Champions League (dove ha giocato col contagocce) e nessuno in Coppa Italia. Dietro di lui l’intoccabile Gervinho con 13 (a segno in tutte le competizioni) e Totti e Ljajic a quota 9 e con la speranza, sabato, di arrivare in doppia cifra. Strana storia, quella di Destro, bomber con la valigia che sembra quasi pronta, fresco sposo, amante delle olive ascolane e dei carciofi (come ha fatto sapere al mondo la moglie Ludovica, su Instagram), in queste settimane relegato ai margini della rosa. Domenica, a Genova, l’ultima bocciatura: Roma in campo senza centravanti, Totti in panchina e Mattia anche. Sorrisi a uso e consumo delle telecamere e dei fotografi, ma Destro dentro è un vulcano. Logico, dal suo punto di vista: perché lui è convinto che debbano parlare solo i numeri, Garcia invece gli chiede uno scatto mentale e di personalità che non sembra ancora aver compiuto. Gli chiede il carisma necessario ai grandi numeri 9, di ieri e di oggi, dove va tanto di moda quello finto, di 9.
COME ADEM Anche in questo caso, Ljajic insegna: da riserva di lusso a rigorista della squadra, in assenza di Totti. Una promozione nella forma e nel merito. Promozione che a Destro ancora manca: da quando è rientrato dall’infortunio, un anno fa, ha segnato in Serie A con buona regolarità, ma questo non gli è servito né a conquistare la maglia della Nazionale né un posto fisso nella Roma. Fa sempre parte del gruppo, in azzurro come in giallorosso, ma poi gli allenatori fanno (spesso) altre scelte. E tanti saluti ai numeri e a quel «il campo parla per me» che Destro ama tanto citare. Lo fa ogni volta che parla, anche quando sarebbe molto più semplice dire quelle frasi retoriche che tanto piacciono ai calciatori.
LONDRA E MILANO La Roma, in questo quadro, è alla finestra: le scelte tecniche sono di Garcia e nessuno interferisce, il malumore di Mattia non sconvolge nessuno, così come non sconvolgono le indiscrezioni di mercato. Per la Roma Destro non si muove, tantomeno a gennaio, se poi ci fosse qualche club interessato non deve far altro che alzare il telefono. «Sappia però – è il messaggio che filtra dal Bernardini – che per meno di 20 milioni noi non rispondiamo neanche». Né in italiano né in inglese: per questo l’ipotesi Milan, che pure non dispiacerebbe all’entourage del calciatore, non é percorribile, così come l’ipotesi Arsenal, almeno per ora. Destro in passato ci ha scherzato, tanto che quest’estate, registrando il promo per la radio ufficiale, ha detto: «Vi ascolto anche da Londra». Il club ha deciso, una volta avuto ospite Mattia in studio, di mandarlo in onda, segno che il trasferimento in Inghilterra, per ora, non è all’orizzonte. «Le voci di mercato fanno piacere, significa che il percorso è quello giusto», disse quel giorno Destro, che però non immaginava un finale d’anno così complicato. Così come non immaginava, nel 2012, che la sua avventura romana sarebbe stata tanto dura: aveva detto no a Juventus e Inter perché non gli garantivano continuità, la Roma sì, ma non è mai arrivata. Prima la concorrenza con Osvaldo, poi l’infortunio al ginocchio, adesso l’abbondanza che c’è in attacco e un allenatore che, a quanto pare, ama poco giocare col centravanti tradizionale. In realtà però questo è un falso storico visto che nel 2011 Garcia vinse il campionato con Moussa Sow - non proprio un piccoletto - capace di fare 25 gol in 36 partite. Magari Destro potrebbe prendere spunto.